(think fast, fail fast, fix fast)


Yesterday's Papers

(Re)Light My Fire: ce ne frega ancora qualcosa dei Doors? (Hot)

Trentemøller, il Vasco Rossi della techno (Hot)

I ♥ Pet Shop Boys (nonostante tutto...) (Hot)

The Hours: Damien Hirst ha fondato una band (o forse no) (Hot)

SXSW: la volta all'anno che Austin diventa la capitale dell'indie mondiale
(Repubblica XL)

Bob Marley: la leggenda del santo fumatore (Io Donna)

Mile High Punk: ragionare sui Sex Pistols a 10.000 metri d'altezza (Hot)

Lacuna Coil: la cui cantante, nel caso non si fosse capito, è gnocca (Repubblica XL)

Jim Kerr: che voleva dire, esattamente, "nuovo sogno dorato"? (Io Donna)

Coldcut: "È imprevedible quello che succede quando il suono incontra la vita" (Hot)

45giri: il formato che doveva morire (Hot)

Hard-Fi: quelli che Scarlett Johansson non ha mai sentito nominare (Repubblica XL)

Incontrare Ursula Rucker e chiederle: "ma tu scrivi prima la musica o i testi?" (Hot)

Arctic Monkeys: come internet trasformò un cartone animato in realtà  (Repubblica XL)

Tiga: "la prima volta che ti chiedono un remix è come la prima volta che baci una ragazza" (Hot)

Da Brian Eno ai Franz Ferdinand: di che cosa parliamo quando parliamo di "art-rock"? (Hot)

The Strokes: “il CBGB's? che si fotta” (Repubblica XL)

Confessions On a Dancefloor: Madonna e l'ultimo capodanno dell'umanità  (Hot)

Mister Cartoon: il tatuatore più famoso del mondo e il suo ferro da stiro (Hot)

Art Brut: "abbiamo formato una band" (Hot)

Ozzy Osbourne: un vecchio zio nella casa degli orrori (Repubblica XL)

Tracey, Damien e Grayson: sai tenere un Segreto? (Io Donna)

Scuola Furano: fuga dalla scuola media (Hot)

Roisin Murphy: quella sua maglietta stretta (Rolling Stone)

Violante Placido, per gli amici Viola (Io Donna)

Joy Division, the movie: non esattamente Last Days, e nemmeno The Doors (Hot)

30 domande a... WhoMadeWho (Hot)

Allun, Offlaga, Uochi Toki e gli altri: marziani italiani (Repubblica XL)

Devendra, Sufjan, Rufus: le radici in un passato immaginario (Hot)

Sigur Ros: niente più strategia dell'oscurità , o quasi (Repubblica XL)

Arcade Fire: sette musicisti, tre funerali e un matrimonio (Repubblica XL)

C30-C60-C90: il culto del mixtape (Hot)

"Piripiri-piripiri-piripiri-pi": più famosa di Yesterday dei Beatles (Io Donna)

Tosca + The Dining Rooms: due dischi, quattro musicisti e sette bambini (Hot)

E arrivò il giorno in cui i lettori del Corriere conobbero le Coco Rosie... (Io Donna)

Tattoo You: sì, nel 2005 c'è ancora qualcuno che scrive articoli sui tatuaggi (Hot)

Springsteeniani d'Italia: il culto di Bruce (Io Donna)

From Genesis to revelation: la dj-culture scopre il prog? (Hot)

It began in Ibiza: la Summer of Love e tutto il resto (Hot)

A Grottaferrata, a sentire il nuovo album dei Subsonica, mentre loro mi guardano strano (Rolling Stone)

Joss Stone: mind the Gap, please (Io Donna)

Red Bull Music Academy: la scuola per dj più pazza del mondo (Rolling Stone)

Sk8r boi 2005: la musica che gira intorno allo skate (Hot)

Antony & The Johnsons: "volevo essere Isabella Rossellini" (Rolling Stone)

Coldplay/Guns'N'Roses: scusate il ritardo (Io Donna)

World Wide Clubbing: prima viaggiare, poi ballare (Hot)

Moby: "voglio vivere come dentro una tomba"
(Io Donna)

Discoinferno: i dieci anni che cambiarono il clubbing a NY (Rolling Stone)

Belle de Jour: "anal sex is the new black" (Io Donna)

Optimo: i biscotti per cani e il futuro del djing (Hot)

Polyphonic Spree: il meraviglioso mondo di Tim DeLaughter
(Musica di Repubblica)

Mercury Rev: in segreta migrazione (Rumore)

EMA: (mica tanto) European Music Awards (Io Donna)

White Stripes: i Kraftwerk del 2000? (Rolling Stone)

Kasabian: il Gabibbo e Charles Manson
(Musica di Repubblica)

The Cure: la vita è un lungo fascinoso imbrunire
(Rolling Stone)

Miss Violetta Beauregarde: ultra-Violetta! (Rumore)

Franz Ferdinand: il successo è una cosa che succede
(Musica di Repubblica)

Lollapalooza: Woodstock per la Generazione X
(Rolling Stone)

Io tigro, tu tigri, loro Le Tigre... (Rumore)

Duran Duran: Wild Boys vent'anni dopo
(Musica di Repubblica)

Radio Dept.: Radio Free Sweden (Rumore)

Milano-Roma-Barcellona: trans Soulwax express (Rumore)

The Libertines: "vuoi sapere che si prova ad avere nella band un potenziale Sid Vicious?"
(Musica di Repubblica)

Gabrielle Drake: Pink (Moon)base
(Rolling Stone)

Janet Jackson: e Dio creò le tette (GQ)

Discocaine: viaggio al termine del nightclubbing (Hot)

Beastie Boys: To The 5 Boroughs (Rumore)

2004: dance is (not) dead? (Rumore)

The Streets: "pensavo di essere noiosissimo, pensavo che nessuno mi capisse"
(Tutto/Rumore)

Golia & Melchiorre: un Bugo, anzi due (Rumore)

Malcolm McLaren: comprereste un'auto usata da quest'uomo? (Hot)

Do you remember the Summer of Love? (Rolling Stone)

PJ Harvey: e alla fine arriva Polly (Jean) (Rumore)

William Gibson: non tutte le predizioni devono per forza avverarsi (Tutto)

The Darkness: old Skool of Rock (Rumore)

Morrissey: un alieno a L.A. (Rolling Stone)

Von Bondies: Detroit, botte & rock'n'roll (Rumore)

Courtney Love: la fidanzata d'America (Rumore)

Coldplay: livin' la vida glamour (Rumore)

Iggy, ti presento Peaches... (Rumore)

Black Rebel Motorcycle Club: belli, neri e ribelli (Rumore)

The Rapture: punk, funk, moda & modelle (Rumore)

The Queer is Dead: trent'anni di rock non-solo-eterosessuale (Rumore)

I Maniaci Dei Dischi: il futuro è un dj a sei mani (Rumore)

La strada di Zwan: Billy Corgan e il tempo ritrovato (Rumore)

"Così Tanto Amore da Dare": in giro per Londra a caccia di Dj Falcon (Rumore)

Massive Attack: 3D, cuore di tenebra (Rumore)

Sigur Ros: "il mondo è più divertente di quel che potresti credere" (Rumore)

The Osbournes: gruppo di famiglia in un inferno (Rumore)

Last Night a DJ Saved My Life: essere dj nel 2002 (Rumore)

Primal Scream: "il problema è che noi non siamo gli Oasis" (Rumore)

David Holmes: una vita per il cinema (Rumore)

My Bloody Valentine: soffice come la neve (ma caldo dentro) (Rumore)

Stuart David: fold your book, child... (Rumore)

Chemical Brothers: è iniziato in Africa-ka-ka-ka... (Rumore)

Money Mark: lo spirito delle persone si infonde nelle macchine (Rumore)

Non solo Anniottanta: il lato oscuro dell'Eighties-revival (Rumore)

Solex: ovvero Beck con le mestruazioni (Rumore)

Starsailor: "purezza" è la parola chiave (Rumore)

Lamb: l'opposto dell'amore non è l'odio, ma la paura (Rumore)

Verdena: paura & disgusto dalle parti di Bergamo (Rumore)

Quando incontri Bjork e poi parenti e amici ti chiedono: "ma com'è lei veramente?" (Rumore)

Copia Icona: Thora Birch e il congelamento di Kate Moss (Rumore)

The rhythm, the traxx, the Basement, the Jaxx... (Rumore)

Radiohead: "odiare la musica è pericoloso" (Rumore)

Damon & Jamie: Gorillaz nella nebbiaz (Rumore)

Tool: i Radiohead del post-metal (Rumore)

Depeche Mode: l'heavy metal dello spazio interiore (Rumore)

Soft Cell: quest'ultima notte a Sodoma (Rumore)

Die Moulinettes: brevi amori a Jesolo e Bibione (Rumore)

Future Pilot AKA: Wild Thing dei Troggs è l'equivalente pop dell'uomo delle caverne (Rumore)

Daft Punk: 0ne m0re t1me? (Rumore)

Kings Of Convenience: un mondo di canzoni ideali (Rumore)

Riot Grrrls 2001: girls just want to have fun? (Rumore)

La Crus & Avion Travel: i nuovi tradizionalisti (Rumore)

Me and Alan McGee: le etichette che hanno fatto la storia, da Rough Trade alla Creation (Rumore)

Giuliano Palma & The Bluebeaters: it's a wonderful, wonderful life (Rumore)

Il giorno che Roni Size mi mandò (quasi) a quel paese (Rumore)

Mtv (de)Generation: vogliono trasformarci in Arancia Meccanica, ma noi siamo più veloci (Rumore)

Belle & Sebastian: "talvolta al mattino mi sveglio e mi sento Andy Warhol" (Rumore)

Yoshinori Sunahara: il non-luogo dell'anima (Rumore)

Londra: 333 italiani
("D" di Repubblica)

Mr.Oizo: l'uomo che muove il pupazzo (Rumore)

Nine Inch Nails (e Marylin Manson): speranza e vaselina (Rumore)

Stupiti & Confusi: apologia (o quasi) di Chloe Sevigny (Rumore)

Mò Wax: non necessariamente trip-hop
(Dance Music Magazine)

Pop Life!: dai Beatles ai Boo Radleys passando per i Sex Pistols (Rockstar)

“Generazione M”: i ragazzi con la spina nel fianco (Rumore)

 

Weblog Commenting by HaloScan.com

Thursday, November 24, 2005

Eccolo
a

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Wednesday, November 23, 2005

Roma: sventato importante traffico internazionale di cd legali provenienti dal Canada
«I canadesi The Constantines, in arrivo in Italia per una serie di concerti dal 18 al 24 Novembre, in seguito ad un controllo di frontiera, volto probabilmente alla ricerca di sostanze stupefacenti, sono incappati nella confisca di oltre 500 tra CD e LP, rei di non essere contrassegnati con l'italico bollino SIAE. Nonostante il gruppo abbia dichiarato che tutti gli obblighi sul diritto d'autore fossero stati assolti negli Stati Uniti, di fronte alla legge italiana sono stati trattati come dei venditori, od ancora peggio dei produttori di cd abusivi o contraffatti. Oltre a trovarsi senza i loro dischi, la cui vendita serviva a finanziare il loro tour europeo, si sono visti sanzionare con un procedimento giudiziario sia penale che amministrativo (una multa che può oscillare tra i 54.000 e i 550.000 Euro, 108.000 se accettano di pagare subito senza arrivare al processo). Beh andategli a spiegare adesso ai Constantines le leggi che governano il diritto d'autore in Italia. Mica l'hanno capito che i soldi del bollino SIAE dovevano servire per tutelare gli interessi degli autori (cioè i loro). E la SIAE partecipa al Mei "...con una serie di importanti iniziative, volte a riaffermare la presenza della Società a fianco delle produzioni indipendenti...."»
(fonte: Audioglobe)

PS: i contrabbandieri sono stasera a Bologna.

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It's the pinnacle of what is typical
meno uno (click here)

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Tuesday, November 22, 2005

«Stuart, you've got to help me fix this. Help me»
Se l’argomento interessa ancora (lo so che è soooo fifteen days ago), sull’Observer Music Monthly di domenica scorsa c’è una notevole intervista “insieme” a Madonna e Stuart Price/Jacques Lu Cont, in cui lei è persino simpatica.

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It might be a different story
So che c’è da non crederci, ma il mio dj electro preferito al mondo mi rivuole con sé a suonare i dischi giovedì prossimo. Allora forse è vero che «I know - you gonna want me, but when you want me, it might be a different story». Giovedì prossimo, si diceva. Cioè dopodomani. Al Fluido di Torino, che qualcuno mi suggerisce essere «sulla coda dei Murazzi che arriva sotto Porta Nuova» mentre altri sostengono stare «al Parco del Valentino». Boh? Comunque dovrebbe essere in viale Cagni 7, in pieno centro di Torino. Ingresso libero per tutta la notte. Noi si è lì dopo le 23, ma prima se ho capito bene ci dovrebbe essere Johnson Righeira (si, quel) che sonorizza l’aperitivo. [ho capito male: a sonorizzare l'aperitivo c'è Roby Vitari dei The Art Of Zapping] Accorrete numerosi. Non garantisco sui ricchi premi, ma garantisco sui cotillons e sull’ampio parcheggio.

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Damn this mean device
meno tre (click here)

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Monday, November 21, 2005

Si faccia cinque domande e si dia cinque risposte (al limite anche incrociandole tra loro)
Cinque domande (e relative risposte) al curatore di questo blogghetto, sul blogghetto di Jukka/GDM.

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Sunday, November 20, 2005

La virtuosa indignazione della domenica
A me, ogni volta che leggo o sento le parole «Mattafix» e «primi Massive Attack» all’interno della stessa frase, mi si gonfiano le vene del collo.

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Translation seems to sabotage the words
meno cinque (click here)

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Saturday, November 19, 2005

The Early Winter Podcast: I am a walking disaster
(qui)
AMARI, Conoscere Gente Sul Treno (A Little Bang*altered version)
TIEFSCHWARZ with MATTY SAFER, Warning Siren
FLASH AND THE PAN, Waiting For a Train
HEADMAN, Upstart
M-BASIC, Ok. Run
MAGNIFIQUE, Magnifique pt.1
CHEMISE, She Can’t Love You

Un po’ mi dispiace, perché alla Summer Podcast Disco messa online lo scorso agosto mi ci ero affezionato davvero. Ma il tempo passa, è autunno inoltrato, cambiano i dischi sugli scaffali, cadono le foglie dai rami degli alberi, insomma ‘sto genere qui di cose stagionali. Mi dispiace anche perché a risentirlo ora questo scintillantemente nuovo Early Winter Podcast è venuto fuori una cosa un po’ tristanzuola, malinconica e piena di memorie d’adolescenza del compilatore (Waiting For a Train è uno dei miei pezzi preferiti d’ogni tempo e luogo e quando lo scorso anno l’ho trovato in un negozio dell’usato a Camden a sole quattro sterline ho quasi pianto di commozione. M-Basic è un rare groove da pelle d’oca di tamarraggine cologno monzese, epoca early-PopCorn, dietro il quale si cela... beh, avete presente l’ultima Isola dei Famosi? Ecco). Alune note: Magnifique è italo-disco fatta a Colonia nel 1979 ed è stato appena ristampato in una raccolta della Compost (ci ho messo mezz’ora a ricordarmi dove l’avessi già sentito, infatti era stato campionato l'anno scorso su un 12” del giro Metro Area). Warning Siren di Tiefschwarz ospita Matty Safer dei Rapture alla voce e mi sfugge perché non sia ancora diventato una hit sotterranea, mentre gli Amari sono gli Amari (e soprattutto era ormai già una settimana che non parlavo benissimo di qualcuno della Riotmaker).

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Wednesday, November 16, 2005

))<>(( forever.
Couplandian, lastnightesque, hartleyian, tomineian, clowesian, egoyanesque, magnoliaesque, «A unique take on contemporary life and the ongoing struggle people have connecting with other», Any Way That You Want Me. Se il genere interessa: Me and you and everyone we know.

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I predicted a riot
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In effetti ai tempi ci avevo abbastanza preso, nonostante a fare le previsioni sul successo dei gruppi non ci azzecchi quasi mai (sono l’uomo che dopo aver ascoltato per la prima volta Elephant dei White Stripes disse: «bello, ma manca il singolo»). Ora: non saprei dire se il concerto di ieri sera a Milano sia stato propriamente riot. Di certo “gente che canta in coro le parole delle canzoni” è molto riot, specie per gli standard del nostro paese. Loro sono carucci, bravucci, divertentucci: qualunque aggettivo positivo applicabile ad una rock’n’roll band vi venga in mente, viratelo in “ucci” e starà a pennello appiccicato ai Kaiser Chiefs. Che non fanno miracoli nè sfuggono alla sensazione di recitare un copione nato già vecchio (ora il santino imprescindibile sembra essere quello dei Buzzcocks), ma ci mettono del loro un’interessante dose di faccia di bronzo e buona volontà. Ahimè, l’80% abbondante dello show poggia sulle spalle dell’educatamente istrionico frontman - con il glamour dell’orgoglio pezze-al-culo (genere: so-why-don’t-you-kill-me?), assai tenero quando si scaglia giù in platea a nuotare sulle teste dei fan nonostante il servizio d’ordine nazi-gabber provi a trattenerlo (ma dove siamo? ma s’è mai visto?) per la cintura, ma lui no, vuole ricongiungersi con il pulsante mare magnum dei fan e così farà. Certo: l’eccitante qualifica di nuoviblér concepita contestualmente all’ascolto del disco sembra francamente un po’ esagerata. Ma del resto: quanti ai tempi di Leisure e relativo tour si sarebbero aspettati Parklife e relativo tour?

Bravi ai Maximo Park, che hanno aperto per loro e che però sembrano per certi versi parecchio più scafatelli nell’arte di non sembrare capitati per caso sopra (anziché sotto) il palcoscenico, e se scrivessero tutte canzoni buone come le tre o quattro realmente buone che hanno (strozzate, sincopate, sputate fuori in fretta alla Smiths di This Charming Man) sarebbero già quasi eterni.

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Tuesday, November 15, 2005

“Tredueduedue, unonoveuno ottotrenovequattro!”
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Ehi, vuoi entrare anche tu nella storia della musica moderna? Vuoi che tutto il mondo ascolti un tuo rumore? Chiama subito! Al costo di una semplice telefonata in Germania (letariffevarianoasecondadeisingolioperatori) potrai lasciare il tuo rumore nella segreteria telefonica di Matthew Herbert e finire dentro il suo prossimo disco!

chiama subito! 0049 (0) 32 22 191 8394

«At the !K7 office we have installed a separate phone line, the Herbert Hotline if you will. Unfortunately there’s no-one at the other end to pick it up, just an answering machine. Your task, should you choose to accept it, is to call this number and leave a message consisting of a single sound. It could be organic, vocal, mechanical, natural – even bodily. Remember you’re dealing with a man who has created music from the recording of coffee cups and sewer systems, so the more original the better. These sounds will be collected on the answering machine and past on to the grand, musical conductor himself, who will fuse the sounds together to create a grand musical cacophony that only he knows will sound like.

To add extra intrigue to this task you must under no circumstances state, or give any indication as to what the sound is. Should you believe that your contribution is worthy enough of credit and acknowledgement then you should email us (dan@k7.com), and your musical contribution will be duly noted.»


Attenzione però: questa fantastica offerta è valida solo fino al prossimo ventinove novembre! (giorno in cui questo blogghetto compie un anno, che simpatica coincidenza)

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Monday, November 14, 2005

L’unica differenza sostanziale è che il cugino del batterista dei Bloc Party non è mai stato sindaco di Sanremo
Per dire l’attenzione con cui ai tempi ho ascoltato il disco dei Bloc Party. Di questa cosa me ne sono accorto soltanto sabato notte sentendo Sergio Messina che lo suonava alla radio: Two More Years dei Bloc Party ha delle stranissime somiglianze con Elettrochoc dei Matia Bazar. E visto che lo so che siete dei malfidati peggio di San Tommaso, mi è toccato trovare il disco dei Matia Bazar per poter mettere i due pezzi a confronto qui.

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Sunday, November 13, 2005

Come dire: lo stesso brodino di pesce da Boeucc oppure alla Trattoria da Gigetto
Dopo due anni di no-wave, psichedelia norvegese ed oscure b-side della DFA, Bumrocks mblogga Private Investigations dei Dire Straits. E sapete una cosa? Non era mica così male, come pezzo.

Sulla stessa linea: Perché ascoltate online una dopo l’altra su WFMU di New York Grease di Frankie Valli e Johnny And Mary di Robert Palmer sembrano perfino una figata, mentre su Radio Capital uno cambierebbe canale? (UPDATE: stanno passando Bruce Springsteen. Se il prossimo è Elton John giuro che spengo e guardo Mentana a Serie A)

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Il tempo è venuto, e il tempo a quanto pare è oggi
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Qualche settimana fa, a Londra, alla bottega degli usati compro per due sterline il promo-cd del nuovo mix-album degli Optimo, Psyche Out. Qui sul blogghetto gli Optimo sono da tempo immemorabile considerati poco meno che degli eroi nazionali. Principalmente per come sanno cogliere una vera continuità (e non solo indicare un occasionale cortocircuito) tra passato e presente della musica, e all’interno di questo tunnel aperto tra le pieghe del tempo trovare un filo conduttore che - incidentalmente - a posteriori risulta visceralmente disco nel senso Grasso-Mancuso-Levan del termine.

Ma questo adesso non c’entra nulla. Era solo per dire che quel che Psyche Out ammansisce sono settanta minuti di corrieri cosmici meet acid house meets Throbbing Gristle meet soul-funk meets new-wave. Un polpettone enciclopedico, yes. Immaginate uno Scaruffi che tratta la musica come materia viva anzichè come un esercizio di autopsia retorica, e in più immaginatelo assemblarla con tecniche “da dj” di mixing, morphing, cutting etc. Ecco, Psyche Out è più o meno così.

Ma non era nemmeno questo che volevo dire. Quello che volevo dire è che il penultimo pezzo del cd è una canzone dei Chambers Brothers intitolata Time Has Come Today. Databile, anche solo a orecchio, attorno alla fine anni Sessanta, genere soul-che-curiosamente-si-sposta-verso-il-rock-psichedelico. «Oddio la conosco» mi dico appena la sento. Ci ho messo un po’ (with a little help from my google) a ricordarmi dove, ma in effetti, si, la conoscevo. Pazzesco: quella che mi ricordavo era la versione - ascoltata attorno al 1987/88 - fatta da una one-man-band chiamata My Dad Is Dead in una compilation doppia della Homestead intitolata Human Music della quale ricordo anche gli Yo La Tengo che rifacevano Somebody’s Baby di Jackson Browne e un pezzo liquidissimo intitolato I’m In Heaven Now fatto da non mi ricordo chi.

La morale della favola è che: per me fino a oggi Time Has Come Today era a tutti gli effetti una canzone di My Dad Is Dead [«e tu...», ok ok, «e tu saresti un esperto di musica?», ok, ho detto ok]. E questo da un lato rallegra, perché dimostra come anche da vecchiazze si possa non smettere mai di trovare ragione di meravigliarsi e guardare al mondo con occhi di bimbo, e dall’altro mostra come quello relativo al consumo della musica non sia mai un tempo a scorrimento lineare, ed è questo il suo bello. Scoprire per caso in un vecchio disco un sample usato da un pezzo di successo di oggi, ad esempio, per me rimane una delle epifanie migliori che si possano sperimentare in questa vita. Oppure, come mi dico sempre: dovessi mai conoscere Marc Almond (e la scorsa estate ci sono andato vicino) la sola cosa che vorrei dirgli è che la prima volta in vita mia che ho ascoltato Hey Joe e Purple Haze di Jimi Hendrix era nell’ep in omaggio con la prima edizione di The Art Of Falling Apart dei Soft Cell. E per me - nel profondo del mio proencefalo, laddove la natura vince su qualunque cultura - quella rimane la versione originale.

E comunque: My Dad Is Dead. Era una curiosa bestia, una strana quadratura tra Wall Of Voodoo e Husker Du, se una era possibile immaginarne. Psycho-wave abbastanza dura e low budget, incorniciata da una voce ruvida ed emo. Non ne è rimasta traccia al mondo, tranne che ovviamente in rete (ma di questo non mi stupisco più, dopo che la settimana scorsa ho trovato un sito ufficiale degli Algebra Suicide). Insomma, lo trovate qui insieme a una valanga di pezzi da scaricare (se posso consigliare: Anti Socialist II dall’album con la copertina rossa che adesso non mi ricordo come si chiama), e addirittura un blog, abbastanza aggiornato. La sua versione di Time Has Come Today finisce nella colonna di destra, mentre L’originale dei Chambers Brothers lo lascio alla bontà del vostro soulseek preferito (occhio che c’è una vertiginosa versione “long” che dura oltre i dieci minuti con assolo di batteria di tre minuti e mezzo).

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Saturday, November 12, 2005

Scavicchi ma non apra
La settimana prossima al Royal College of Art di Londra inaugura la tredicesima edizione di una mostra piuttosto divertente la cui dinamica - specie negli ultimi tre anni di hype - ricorda sinistramente i pacchi di Rai1.
E, riguardo al discorso sul sistema-dell'-arte-che-cortocircuita-sè-stesso, suscita tra i critici d'arte indie dibattiti non così diversi da quelli di “Rockpolitik ultimo baluardo della libertà d'espressione”.
(Io Donna)

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Thursday, November 10, 2005

«La maglietta di lana tesoro, che lì sul palco fa freddo»
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Uno strepitoso servizio pubblicato da Life nel 1971, ritrovato assolutamente per caso in rete, oggi pomeriggio, cercando (come spesso capita) tutt’altro. Il mio preferito, a parte il Joe Cocker riprodotto qui sopra, forse è Frank Zappa.

PS: nel caso qualcuno di RS Italia passasse di qui e si facesse venire strane idee, don’t waste your time: XL ha acquistato i diritti un’ora fa... ;-)

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Ma che dico mesi, anni. Ma che dico anni: avevo completamente dimenticato il significato della parola “ridere”
Erano mesi che non ridevo come stamattina, sul tram numero diciannove, leggendo qua e là passi scelti di un libro nel quale molti favourites (welshcoepalaniuklethemmoodyetcetcetc) ed un sacco di altri raccontano le elaborate surreali umiliazioni cui sono incorsi - in diversi stages della loro carriera di scrittori - in occasione di pubblici reading e presentazioni dei loro libri. Pare che ritrovarsi di fronte a platee composte da due umarells e un’inviata della rivista online degli studenti superiori zai.net (esiste, esiste...) non sia solo una prerogativa degli sfigati e dei debuttanti.

Il che mi fa venire in mente - ma in realtà sono anni che ci penso - che se solo la categoria “dj” (intendendo la media della categoria) fosse in grado di articolare dei pensieri su di sé ed esprimerli in forma appena più complessa di «cioè, figata» sarebbe divertentissimo fare un lavoro simile riguardo alle “serate andate male”. Una delle migliori me la raccontò Michael Reinboth (non a caso: uno in grado di suonare dei gran dischi ma anche di interrogarsi sull’esistenza di dio), quando lui e Dorfmeister vennero pagati a fine serata dal promoter cocainomane con due ingombranti e pesantissime maschere africane in legno e la promessa che il resto del cachet (due scudi dipinti con i colori di guerra Masai?) sarebbe arrivato la mattina dopo. Seh.

Cioè, figata! (Vabbè, ci penso).

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Tuesday, November 08, 2005

Phil & Nancy, praticamente
Tenetevi forte. Qui c’è uno che ha riassunto in 11.500 battute la storia dei Genesis post-Gabriel (roba che manco Scaruffi), inclusa una selezione di pezzi esplicativi da, piratescamente, downloadare. Al di là del fatto che conoscere un po’ di basi a certuni che si fanno belli del loro hard-disc pieno di Jamie Lidell e Lightning Bolt (sto parlando con te, loserino) farebbe solo bene, si segnala - nei commenti al post - un interessante tentativo di free climbing sugli specchi per dimostrare che, sì, i Genesis furono influenzati dal punk.

«I always heard the less intricate and harder-driving sonics of Abacab as the band’s acknowledgement that they had heard a few things from, if not punk per se, some of its artier offshoots. (...) And of course the shift to more conventional song structures paralleled punk’s move toward simplicity, away from the wedding-cake suites of prog. Not that I’m claiming this is their “punk” album or anything.»

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Talking to the daughter-in-law to let the mother-in-law understand
Escluderei che l’Italia sia col fiato sospeso al riguardo, ma segnalo comunque che - nonostante i comunicati stampa raccontino un’altra storia - il gestore del presente blogghetto non sarà presente né in corpo né in spirito all’incontro pubblico con autori di libri musicali sul tema: “Scrivere di musica è come danzare di architettura?” in programma a fine mese al MEI.

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Monday, November 07, 2005

Born sleepy
Venerdì sera - l’ho sentito con le mie orecchie - Karl Hyde al telefono con Pete Tong su BBC1 ha detto che lunedì (cioè oggi) sullo storico sito degli Underworld dirty.org ci sarebbe stata la rivelazione del suo nuovo progetto post-Underworld e due tracce in libero download. Io ho messo appositamente la sveglia alle sette, stamattina, ma al momento ancora nulla.

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Sunday, November 06, 2005

Suddenly last summer
Ops, mi accorgo giusto ora che due giorni fa XL Online ha pubblicato la versione integrale dell'intervista a Offlaga Disco Pax della quale una minima parte era stata utilizzata il mese scorso, nell'edizione cartacea, per il pezzo sui “marziani italiani" (vd. colonna qui sulla sinistra).

L'intervista la facemmo ad agosto. Sembrano già passati anni.

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Saturday, November 05, 2005

Separati all’anagrafe
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Uno è un personaggio dei fumetti. L’altro - posso ora affermare con cognizione dopo averlo visto in azione fino a circa mezz'ora fa ai Magazzini Generali - invece pure. La foto qui sopra non rende giustizia all’immenso Trentemøller. Dal vivo Egli è assai più largo, una sorta di rotondeggiante prosciutto antropomorfo con un Mocio Vileda di capelli neri appoggiato sul cranio che gli scende fin davanti agli occhi. Egli troneggia su qualunque consolle e da lì diffonde il verbo della minimal-techno. Egli però non suona i dischi: i dischi li suona un mite diggeietto dalle ridotte dimensioni che Egli si porta appresso dalla natia Danimarca. Egli, invece, smanetta una groovebox che spesso e volentieri gli si inceppa, ma il pubblico pensa che sia un imminimalirsi della techno di cui Egli è profeta, e lo applaude ancora più forte.

(Ho visto applausi, e urla, e richieste di autografo - questa sera per Trentemøller - che in proporzione Vasco Rossi ci avrebbe fatto la figura di uno che non se lo caga nessuno. Viviamo in uno strano paese, vero?)

Trentemøller cinque giorni fa ha pubblicato un nuovo 12” intitolato - che amore! - Serenetti. Dei 12” che Egli periodicamente pubblica, in rete si trovano descrizioni tipo questa che vado a ricopiarvi: «Kicking off with crackling minimal rhythm patterns, Trentemøller layers on more and more sounds and instruments which fall into place perfectly while seeming to be dangerously non-compatible at the same time.» Capito? Strati di suono che «si incastrano perfettamente l’uno nell’altro pur sembrando allo stesso tempo pericolosamente non compatibili». Secondo me è qui- in quel “pericolosamente” - che Trentemøller e Tiramolla si ricongiungono. Io me lo ricordo Tiramolla: era uno schizofrenico come nemmeno Norman Osborne a.k.a. Goblin. Aveva quella faccia da bonaccione ma era un iracondo di prima, ed uno stronzo vendicativo come pochi.

In un mondo ideale Trentemøller sarebbe fidanzato con Miss Kittin e insieme farebbero dei bambini bellissimi. (Anche se: forse in un mondo ideale io sarei fidanzato con Miss Kittin e insieme faremmo dei bambini bellissimi). Non viviamo in un mondo ideale, ma se può valere come consolazione ancora per un paio di giorni qui, cioè su Breezeblock di BBC Radio1, trovate un (breve) dj-set di Trentemøller in streaming.

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Tuesday, November 01, 2005

Wasted afternoon, più che altro
Sembrano gli Stranglers, ma non sono gli Stranglers. Dunque chi accidenti sono gli urban-punks che fanno da colonna sonora al nuovo spot Golia Activ Plus che ho visto di sfuggita ieri sera? La scheda di Pubblicità Italia dice che si chiamano “Waisted Future”, anche se più probabilmente sarà Wasted Future (senza la “i”), e non è nemmeno escluso che questo sia il titolo del pezzo e non il nome del gruppo. Risparmiatevi una googlata a vuoto: l’unica canzone dal titolo Wasted Future menzionata in rete è questa. Per un attimo ho anche pensato a Wasted Life degli Stiff Little Finger, ma dopo averla riascoltata non mi pare proprio.

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