Jim Kerr: cosa voleva dire, esattamente, "nuovo sogno dorato"?
 

di: Fabio De Luca




Uno dice: i sopravvissuti degli anni Ottanta. Ce ne sono una valanga in giro. Ci sono gli A-Ah che ritornano, i Duran Duran che non se ne sono mai andati, Boy George che fa di tutto per farsi ricordare nel peggior modo possibile. Pure Bono degli U2 e Madonna, se vogliamo, sono due sopravvissuti (di lusso) al decennio delle camicie con lo sbuffo e dei colori fluo. E poi ci sono quelli che non penseresti mai di ritrovare sulla tua strada, come Jim Kerr. Jim Kerr cantava in una band chiamata Simple Minds che per gli appassionati dell’epoca era poco meno che "il" verbo, perché i loro dischi erano pieni di romanticismo, passione e parole incomprensibili ("nuovo sogno dorato"? "ricompensa scintillante"?), tutto quel che un adolescente degli anni Ottanta - ma non solo degli anni Ottanta, in fondo - poteva desiderare. Così, nel leggere l’annuncio che Jim Kerr è a Milano e "incontrerà i suoi fan" nel caffè di una nota libreria del centro, la decisione è presa in meno di un secondo: ci si va. Se non altro per curiosità, se non altro per constatare - cinicamente - il grado di decadimento fisico dell’ex-idolo, se non altro per rendersi conto se realmente esistano ancora dei fan di Jim Kerr in circolazione.

Almeno quest’ultimo dubbio sembra fugato: mezz’ora prima dell’incontro i posti nella piccola platea del caffè della libreria sono già tutti occupati. Certo: che un terzo dei seduti siano delle signore cinesi di mezza età potrebbe far nascere qualche dubbio sull’effettiva qualifica di "fan"... Ma con il passare dei minuti più di qualche faccia venuta apposta per Jim Kerr la si comincia a notare. Età media tra i trenta e i trentasette, qualcuno con sottobraccio borse contenenti (si intuisce dalla forma) dei dischi in vinile. E sarà la suggestione, sarà l’attesa, ma pare persino di cogliere una piccola ma significativa concentrazione di cappottoni neri, inconfutabile segno di riconoscimento tra gli antichi militanti "new wave". Uno - avrà quarant’anni - sfoggia non solo il cappottone d’ordinanza, ma pure una lunga coda di capelli adagiati sul cranio semi-rasato, oltre a un notevole paio di pantaloni attraversati da sei o sette cerniere lampo. Un "reduce", non c’è altro modo di definirlo. Quando Jim Kerr arriva è il primo ad applaudirne l’ingresso in sala, mentre da un capannello di giovani donne fuggite dall’ufficio si leva un grido deluso di "ma pare mio nonno!".

In realtà, a parte una preoccupante camicia psichedelica verde e marrone - la sobrietà non è mai stata il suo forte - Jim Kerr non è affatto messo male, e le signore del capannello saranno le prime, dopo, a mettersi in coda per gli autografi. Soprattutto Kerr è uno simpatico, uno che sorride e non lo fa per posa. Uno che alla circonvolutissima domanda di un fan su quali siano "i movimenti artistici" che lo hanno ispirato, risponde con l’irresistibile aneddoto di lui quindicenne a Glasgow che va al concerto dei Genesis, vede la donna di uno dei tecnici di palco, rimane folgorato dal di lei fondoschiena ("il più straordinario che abbia mai visto in vita mia, anche a distanza di anni lo ricordo ancora come fosse oggi!") e formula il seguente ragionamento: "se un tecnico di palco sta con una così, quelli che sul palco ci suonano con che accidenti di donne staranno?!?". Si muore dal ridere, a sentir parlare Jim Kerr. Al punto che gli perdoni tutti i dischi così così prodotti dai Simple Minds negli ultimi quindici anni (incluso il nuovo Black and White, uscito all’inizio dell’inverno, che comunque è meno peggio degli altri). E improvvisamente capisci la ragione di una delle vite sentimentali più inspiegabilmente di successo del Ventesimo Secolo.

Perché al di là di aver segnato una generazione con la sua prosa rock decadente, e a dispetto di essere piccoletto e dotato di un discutibile gusto estetico in fatto di camicie, Jim Kerr è l’uomo che in una stessa vita ha sposato la carismatica Chrissie Hynde dei Pretenders, ci ha fatto una figlia, ha divorziato, quindi ha sposato la meno carismatica ma comunque sogno-erotico-di-una-generazione Patsy Kensit, ci ha fatto un figlio ed ha divorziato pure da lei. E la leggenda dice che la "vera" ragione per cui da qualche anno l’ex divo degli anni Ottanta fa tappa fissa in Sicilia (dove ha pure aperto un albergo, l’Hotel Villa Angela a Taormina) sia un flirt con una nobildonna del luogo. Interrogato al riguardo durante una breve chiacchierata sul sedile di un taxi, subito dopo l’incontro con i fan, Jim Kerr fa una faccia del tipo "dobbiamo proprio affrontare l’argomento?", e sembra particolarmente incuriosito dal dettaglio della "nobile". "Sono tutti nobili in Sicilia", dice. E intuisci che non caverai una parola di più da quest’uomo, né sull’ipotetica nobildonna siciliana né su nessuna delle sue storie passate, perché quest’uomo è troppo gentleman per lavare i panni sporchi in pubblico.

Persino nel momento peggiore della sua vita - naufragio simultaneo del matrimonio con Patsy Kensit e della carriera dei Simple Minds - durante la battaglia legale per l’affidamento del figlio James, tutto ciò che uscì dalla bocca di Kerr e finì sui rotocalchi fu una generica "preoccupazione" per il "lifestyle edonista" (se mai eufemismo fu più garbato) condotto dalla ex-moglie e dal suo nuovo compagno, il manesco Liam Gallagher degli Oasis. E giusto parlando di figli: la notizia che ha da poco riportato il nome di Jim Kerr sui rotocalchi è che la figlia avuta con Chrissie Hynde - Yasmine, vent’anni - ha partecipato ad un faraonico ballo delle debuttanti a Parigi nel quale debuttavano tra le altre la figlia dell’attrice Andie McDowell, la nipote di Steve McQueen (accompagnata dal figlio di Neil Young!) e una nipote del presidente Bush. Jim Kerr non casca dal pero ma poco ci manca: "a dire il vero l’ho saputo perché me l’hanno detto degli amici siciliani, io ero in Australia" dice. "Yasmine è una ragazza molto indipendente. Sono sicuro che si è divertita: quelle feste sono situazioni molto più rock’n’roll di quel che si crede". Non sarà che non gliel’ha voluto dire per paura che volesse accompagnarla? Sa, Jim, una ragazza di vent’anni accompagnata dal babbo icona degli anni Ottanta... "Macchè! È con l’altro mio figlio, James, che mi ricordo degli anni Ottanta. Lui va ad una scuola privata, ed è nella stessa classe con il figlio di uno dei Depeche Mode e con la figlia di Annie Lennox degli Eurythmics. Quando c’è la riunione dei genitori sembra il backstage del Live Aid!".

(da: Io Donna, 18 marzo 2006)