(think fast, fail fast, fix fast)


Yesterday's Papers

(Re)Light My Fire: ce ne frega ancora qualcosa dei Doors? (Hot)

Trentemøller, il Vasco Rossi della techno (Hot)

I ♥ Pet Shop Boys (nonostante tutto...) (Hot)

The Hours: Damien Hirst ha fondato una band (o forse no) (Hot)

SXSW: la volta all'anno che Austin diventa la capitale dell'indie mondiale
(Repubblica XL)

Bob Marley: la leggenda del santo fumatore (Io Donna)

Mile High Punk: ragionare sui Sex Pistols a 10.000 metri d'altezza (Hot)

Lacuna Coil: la cui cantante, nel caso non si fosse capito, è gnocca (Repubblica XL)

Jim Kerr: che voleva dire, esattamente, "nuovo sogno dorato"? (Io Donna)

Coldcut: "È imprevedible quello che succede quando il suono incontra la vita" (Hot)

45giri: il formato che doveva morire (Hot)

Hard-Fi: quelli che Scarlett Johansson non ha mai sentito nominare (Repubblica XL)

Incontrare Ursula Rucker e chiederle: "ma tu scrivi prima la musica o i testi?" (Hot)

Arctic Monkeys: come internet trasformò un cartone animato in realtà  (Repubblica XL)

Tiga: "la prima volta che ti chiedono un remix è come la prima volta che baci una ragazza" (Hot)

Da Brian Eno ai Franz Ferdinand: di che cosa parliamo quando parliamo di "art-rock"? (Hot)

The Strokes: “il CBGB's? che si fotta” (Repubblica XL)

Confessions On a Dancefloor: Madonna e l'ultimo capodanno dell'umanità  (Hot)

Mister Cartoon: il tatuatore più famoso del mondo e il suo ferro da stiro (Hot)

Art Brut: "abbiamo formato una band" (Hot)

Ozzy Osbourne: un vecchio zio nella casa degli orrori (Repubblica XL)

Tracey, Damien e Grayson: sai tenere un Segreto? (Io Donna)

Scuola Furano: fuga dalla scuola media (Hot)

Roisin Murphy: quella sua maglietta stretta (Rolling Stone)

Violante Placido, per gli amici Viola (Io Donna)

Joy Division, the movie: non esattamente Last Days, e nemmeno The Doors (Hot)

30 domande a... WhoMadeWho (Hot)

Allun, Offlaga, Uochi Toki e gli altri: marziani italiani (Repubblica XL)

Devendra, Sufjan, Rufus: le radici in un passato immaginario (Hot)

Sigur Ros: niente più strategia dell'oscurità , o quasi (Repubblica XL)

Arcade Fire: sette musicisti, tre funerali e un matrimonio (Repubblica XL)

C30-C60-C90: il culto del mixtape (Hot)

"Piripiri-piripiri-piripiri-pi": più famosa di Yesterday dei Beatles (Io Donna)

Tosca + The Dining Rooms: due dischi, quattro musicisti e sette bambini (Hot)

E arrivò il giorno in cui i lettori del Corriere conobbero le Coco Rosie... (Io Donna)

Tattoo You: sì, nel 2005 c'è ancora qualcuno che scrive articoli sui tatuaggi (Hot)

Springsteeniani d'Italia: il culto di Bruce (Io Donna)

From Genesis to revelation: la dj-culture scopre il prog? (Hot)

It began in Ibiza: la Summer of Love e tutto il resto (Hot)

A Grottaferrata, a sentire il nuovo album dei Subsonica, mentre loro mi guardano strano (Rolling Stone)

Joss Stone: mind the Gap, please (Io Donna)

Red Bull Music Academy: la scuola per dj più pazza del mondo (Rolling Stone)

Sk8r boi 2005: la musica che gira intorno allo skate (Hot)

Antony & The Johnsons: "volevo essere Isabella Rossellini" (Rolling Stone)

Coldplay/Guns'N'Roses: scusate il ritardo (Io Donna)

World Wide Clubbing: prima viaggiare, poi ballare (Hot)

Moby: "voglio vivere come dentro una tomba"
(Io Donna)

Discoinferno: i dieci anni che cambiarono il clubbing a NY (Rolling Stone)

Belle de Jour: "anal sex is the new black" (Io Donna)

Optimo: i biscotti per cani e il futuro del djing (Hot)

Polyphonic Spree: il meraviglioso mondo di Tim DeLaughter
(Musica di Repubblica)

Mercury Rev: in segreta migrazione (Rumore)

EMA: (mica tanto) European Music Awards (Io Donna)

White Stripes: i Kraftwerk del 2000? (Rolling Stone)

Kasabian: il Gabibbo e Charles Manson
(Musica di Repubblica)

The Cure: la vita è un lungo fascinoso imbrunire
(Rolling Stone)

Miss Violetta Beauregarde: ultra-Violetta! (Rumore)

Franz Ferdinand: il successo è una cosa che succede
(Musica di Repubblica)

Lollapalooza: Woodstock per la Generazione X
(Rolling Stone)

Io tigro, tu tigri, loro Le Tigre... (Rumore)

Duran Duran: Wild Boys vent'anni dopo
(Musica di Repubblica)

Radio Dept.: Radio Free Sweden (Rumore)

Milano-Roma-Barcellona: trans Soulwax express (Rumore)

The Libertines: "vuoi sapere che si prova ad avere nella band un potenziale Sid Vicious?"
(Musica di Repubblica)

Gabrielle Drake: Pink (Moon)base
(Rolling Stone)

Janet Jackson: e Dio creò le tette (GQ)

Discocaine: viaggio al termine del nightclubbing (Hot)

Beastie Boys: To The 5 Boroughs (Rumore)

2004: dance is (not) dead? (Rumore)

The Streets: "pensavo di essere noiosissimo, pensavo che nessuno mi capisse"
(Tutto/Rumore)

Golia & Melchiorre: un Bugo, anzi due (Rumore)

Malcolm McLaren: comprereste un'auto usata da quest'uomo? (Hot)

Do you remember the Summer of Love? (Rolling Stone)

PJ Harvey: e alla fine arriva Polly (Jean) (Rumore)

William Gibson: non tutte le predizioni devono per forza avverarsi (Tutto)

The Darkness: old Skool of Rock (Rumore)

Morrissey: un alieno a L.A. (Rolling Stone)

Von Bondies: Detroit, botte & rock'n'roll (Rumore)

Courtney Love: la fidanzata d'America (Rumore)

Coldplay: livin' la vida glamour (Rumore)

Iggy, ti presento Peaches... (Rumore)

Black Rebel Motorcycle Club: belli, neri e ribelli (Rumore)

The Rapture: punk, funk, moda & modelle (Rumore)

The Queer is Dead: trent'anni di rock non-solo-eterosessuale (Rumore)

I Maniaci Dei Dischi: il futuro è un dj a sei mani (Rumore)

La strada di Zwan: Billy Corgan e il tempo ritrovato (Rumore)

"Così Tanto Amore da Dare": in giro per Londra a caccia di Dj Falcon (Rumore)

Massive Attack: 3D, cuore di tenebra (Rumore)

Sigur Ros: "il mondo è più divertente di quel che potresti credere" (Rumore)

The Osbournes: gruppo di famiglia in un inferno (Rumore)

Last Night a DJ Saved My Life: essere dj nel 2002 (Rumore)

Primal Scream: "il problema è che noi non siamo gli Oasis" (Rumore)

David Holmes: una vita per il cinema (Rumore)

My Bloody Valentine: soffice come la neve (ma caldo dentro) (Rumore)

Stuart David: fold your book, child... (Rumore)

Chemical Brothers: è iniziato in Africa-ka-ka-ka... (Rumore)

Money Mark: lo spirito delle persone si infonde nelle macchine (Rumore)

Non solo Anniottanta: il lato oscuro dell'Eighties-revival (Rumore)

Solex: ovvero Beck con le mestruazioni (Rumore)

Starsailor: "purezza" è la parola chiave (Rumore)

Lamb: l'opposto dell'amore non è l'odio, ma la paura (Rumore)

Verdena: paura & disgusto dalle parti di Bergamo (Rumore)

Quando incontri Bjork e poi parenti e amici ti chiedono: "ma com'è lei veramente?" (Rumore)

Copia Icona: Thora Birch e il congelamento di Kate Moss (Rumore)

The rhythm, the traxx, the Basement, the Jaxx... (Rumore)

Radiohead: "odiare la musica è pericoloso" (Rumore)

Damon & Jamie: Gorillaz nella nebbiaz (Rumore)

Tool: i Radiohead del post-metal (Rumore)

Depeche Mode: l'heavy metal dello spazio interiore (Rumore)

Soft Cell: quest'ultima notte a Sodoma (Rumore)

Die Moulinettes: brevi amori a Jesolo e Bibione (Rumore)

Future Pilot AKA: Wild Thing dei Troggs è l'equivalente pop dell'uomo delle caverne (Rumore)

Daft Punk: 0ne m0re t1me? (Rumore)

Kings Of Convenience: un mondo di canzoni ideali (Rumore)

Riot Grrrls 2001: girls just want to have fun? (Rumore)

La Crus & Avion Travel: i nuovi tradizionalisti (Rumore)

Me and Alan McGee: le etichette che hanno fatto la storia, da Rough Trade alla Creation (Rumore)

Giuliano Palma & The Bluebeaters: it's a wonderful, wonderful life (Rumore)

Il giorno che Roni Size mi mandò (quasi) a quel paese (Rumore)

Mtv (de)Generation: vogliono trasformarci in Arancia Meccanica, ma noi siamo più veloci (Rumore)

Belle & Sebastian: "talvolta al mattino mi sveglio e mi sento Andy Warhol" (Rumore)

Yoshinori Sunahara: il non-luogo dell'anima (Rumore)

Londra: 333 italiani
("D" di Repubblica)

Mr.Oizo: l'uomo che muove il pupazzo (Rumore)

Nine Inch Nails (e Marylin Manson): speranza e vaselina (Rumore)

Stupiti & Confusi: apologia (o quasi) di Chloe Sevigny (Rumore)

Mò Wax: non necessariamente trip-hop
(Dance Music Magazine)

Pop Life!: dai Beatles ai Boo Radleys passando per i Sex Pistols (Rockstar)

“Generazione M”: i ragazzi con la spina nel fianco (Rumore)

 

Weblog Commenting by HaloScan.com

Tuesday, January 31, 2006

Mia madre, la signora Lesterina Bangs
Credevo di avere il monopolio del cinismo (almeno all'interno della mia famiglia) riguardo la musica pop ed i suoi protagonisti. Finchè non é squillato il telefono e non si é svolta la seguente conversazione tra me e mia madre:
• «li conosci questi Arctic Monkeys?»
• uh, io si, ma com’é che tu li conosci?
• «il Tg3 ha appena fatto un servizio su di loro. Sono bravi?»
• mah, abbastanza. Sono molto giovani, essenzialmente: hanno diciannove anni.
• «bah, tanto poi litigano e si sciolgono»

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Monday, January 30, 2006

Things to do in Milan when your Mac is dead
Non ci fosse di mezzo una creatura innocente ed ammalata - cioè il mio computer - sugli ultimi quattro giorni di vita ci sarebbe pure di che farne un arguto pezzo di costume, alla Luca Goldoni del 2000, magari citando come precedente gli automi gentili («così umani da ammalarsi!») di Asimov. A quanto pare c’è in giro una specie di influenza stagionale dei PowerBook G4. Non tutti quanti però: solo quelli da quindici pollici e solo quelli nati tra marzo e maggio dello scorso anno. Pare che dai primi di gennaio abbiano uno dopo l’altro cominciato a rifilare ai loro proprietari - anziché il consueto amichevole sdrennng di saluto, preludio a un desktop sorridente e ad una operosa sessione di lavoro - tre lugubri beep e uno schermo nero come il carbón. La mia, di creatura, si è ammalata il giorno della Grande Nevicata, giovedì scorso, (ecco perchè non mi son più fatto sentire qui: eravate in pensiero? che cariiini) ma la cosa sembra ormai aver raggiunto un tale livello di pandemia che i cialtroni di Cupertino hanno dovuto pubblicare una pagina speciale al riguardo.

E dunque, dopo aver sfidato la tormenta, sperimentato l’assistenza telefonica più inefficace e più a pagamento del mondo, fatto conoscenza con i service di Milano che «ce lo porti, ma prima di tre settimane non riusciamo ad aprirlo» e deciso infine di sottoporlo al pediatra di famiglia (che i lettori più affezionati di questo blogghetto già conoscono) 150 kilometri più a Sud, stamani il cucciolo di G4 è partito per Cork - laddove sorge l’officina in cui vengono riparati tutti i Mac europei. (Si, una gigantesca Mac-clinica: un’immagine che sta a metà tra The Kingdom di Lars Von Trier e la bottega di Babbo Natale. Ve l’ho detto che un Luca Goldoni del Duemila ne estrarrebbe paragrafi indimenticabili).

Il lato divertente della faccenda: essendo - come probabilmente voi - il tipo di persona il cui 94% della vita e il 100% del lavoro passano attraverso il pc, in attesa di fare il recupero dati mi sono trovato di fronte ad un lungo weekend di ferie forzate. Niente blog, niente giornali online, niente feed, niente articoli lasciati a metà da finire di scrivere. Niente di niente. In crisi da astinenza da schermo luminoso a un certo punto venerdì mattina mi sono perfino ricordato dell’esistenza di una cosa chiamata tele visione - ehi, lo sapevate che funziona pure la mattina?!? ma da quando? - e ad esempio ho scoperto che 1) il logo di Piazza Grande di Magalli è sorprendenemente simile a quello della Ed Bangers, e mi piacerebbe che ciò non fosse un caso, ma temo che lo sia; 2) ci sono in giro non una ma ben due pubblicità che clonano senza vergogna la sigla di Sex & The City, e mi piacerebbe fosse un caso, ma temo sia una raffinata strategia; 3) la recláme «se vuoi puoi ancora chiamarmi ciccio» vale da sola più di tre stagioni di O.C. e quattro di Buffy. Poi ho letto tutto Lunar Park (recensione: Egli ci prende in giro come l’assistenza telefonica Apple, vero? ma almeno è un genio) e ho visto tutte e tre le ore di Munich (recensione: Ocean 12 versione Mossad).

Insomma, nei prossimi giorni ci potrebbero essere dei rallentamenti dovuti al di cui sopra. O forse anche no, chissà.

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Wednesday, January 25, 2006

Infatti Bobby Gillespie, che nelle interviste è un vero stronzo, fa dischi in genere meravigliosi.
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Ho un problema, e il problema è che dallo scorso ottobre sono dieci anni tondi tondi che S**n svetta saldamente in testa alla mia personale top 5 dei personaggi più fastidiosi mondo dell'entertainment musicale. Non ce n'è: per quanto mi riguarda, al confronto con S**n Spagna è una specie di Aretha Franklin e Irene Grandi è poco meno che la reincarnazione di Edith Piaf. Il ruolo di “quella contro” che le è stato appiccicato addosso al debutto - e manco il tempo di dire «ehi» che già era diventato il suo mestiere 24 ore al giorno - mi fa rabbrividire ogni volta che vedo una sua foto o leggo una recensione, e hai voglia ragionare che «malconcio è l’entertainment cui basta una testa di capelli rasoiati per rilasciare la patente di alternatività» (e malconcissimo il music business cui basta un sospetto di lesbismo per dichiarare il prodotto “antagonista”). Ok, ma il problema? Il problema è lo stesso che mi si presenta quella volta ogni paio d’anni in cui mi trovo di fronte a Moby. S**n è simpatica. Ma proprio simpatica tanto, cioè che ti diverti a chiacchierare con lei, che ti dice delle cose buffe. No, non sono particolarmente originali o innovative, ma sono divertenti, e lei te le dice in un modo complice e trasognato che le rende ancor più divertenti (e comunque: a parte Momus e Brian Eno esisteranno davvero ancora dei musicisti pop in grado di stupire con l’originalità del loro ragionamento? io dopo mezz’ora in compagnia degli Arctic Monkeys il mese scorso ho del tutto rinunciato a sperare che un’intervista sia il luogo nel quale vengono pronunciate frasi più interessanti di «ah, il Giappone, sì, fiiigo», e non sapete come vivo meglio da allora).

Dunque il problema è questo: S**n fa dei dischi spaventosi; S**n ha un'immagine che dovrebbero metterla nei dizionari a illustrare il lemma «cliché»; S**n è assai simpatica. Oggi a Milano c’era la presentazione del suo nuovo disco, con lei presente, ma fate finta che non ve l’abbia detto perché pare ci sia una specie di embargo «specie per voi dei blog» circa il rivelare al mondo esterno che questa presentazione c’è stata e che S**n ha risposto a delle domande dei giornalisti [no, la discografia terrestre non ha ancora scoperto la nozione di w-o-m, ma non c’è fretta: ci arriveranno con tutto comodo fra una decina d’anni, appena avranno finito di spiegarsi Napster]. Quindi io non v’ho detto nulla, e soprattutto lei non ha detto nulla, e nulla dunque leggerete su questo obbediente blogghetto. Tranne... beh, a me hanno detto che non posso dirvi quello che ha detto lei, però non credo che andrò in galera se vi dico che ho sentito formulare la seguente domanda: «adesso che Lei è un’artista solista, quel lato maschile che prevaleva nel Suo lavoro all’interno della Sua vecchia band possiamo dire che si stia stemperando in una riscoperta della Sua più profonda femminilità, oppure siamo di fronte ad un percorso sincretico?». E che mentre quel tesoro di S**n pensava che - sì, quel fastidioso prurito a un gomito che la tormentava sere prima, doveva sicuramente essere un segnale del manifestarsi del sincretismo - la voce nella folla che aveva formulato la domanda aggiungeva: «sa, glieLo chiedo per conferma, perchè è il genere di cosa che noi possiamo soltanto provare ad intuire leggendo i testi»

Purtroppo invece non vi posso dire nulla dell'esilarante racconto di lei che porta tutti quanti i Marlene Kuntz in un club electro-gay a Hoxton, Londra, e loro per un'ora lì rigidi come baccalà (ce lo immaginiamo Cristiano Godano rigido come un baccalà in mezzo alla pista di un club electro-gay a Hoxton, vero? che a voce bassa borbotta «io non ci volevo venire, ecco, io volevo restare in albergo con un libro di Fenoglio, ecco») finchè ad un certo punto, non si capisce come ma tutti e quattro all'unisono si slacciano le cravatte, si buttano in pista e lì rimangono - acclamati e quasi portati in trionfo da una comitiva di drag queen locali - fino alle quattro del mattino. No no, inutile che che insistiate, non posso dirvi nulla. Ho promesso.

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Anche i ricchi piangono
Spiazza per imprevedibilità e ficcante senso dello scoop la ricerca pubblicata questa settimana dall’edizione londinese di Time Out, secondo cui a Londra il disco di Antony And The Johnsons I Am a Bird Now avrebbe venduto più copie nei quartieri benestanti (tipo Islington, Richmond e Hampstead) che nei quartieri poveri. Chi l’avrebbe mai detto, eh?

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Tuesday, January 24, 2006

Come Nico sotto barbiturici
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Are You Familiar? (forse uno dei dieci mlog migliori al mondo) ha scovato in rete il video di uno dei mie pezzi blunted-kraut preferiti dei mesi scorsi, Aranda di Ego Express. Se possibile nel video succedono ancora meno cose di quante ne succedano nel pezzo. Lo adoro.

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Sunday, January 22, 2006

Di telefoni, rane e segreterie
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Letto sul numero autunno-inverno di Black Book. Vado a memoria, perché lo leggevo ieri sera in piedi di fronte al paretone dei giornali della Feltrinelli di piazza Duomo, ma il senso è questo: si parla della solita Rana Pazza, e la teoria è che la mania odierna per le suonerie polifoniche sia in realtà nient'altro che l'equivalente d'oggi della mania per i cut-up musicali che si usavano fare sulle segreterie telefoniche dieci/quindici anni fa.

È verissimo: tralasciando pure le facili teorie sulla segreteria telefonica come anello mancante tra il telefono tradizionale e il cellulare (in termini di avvicinamento ad un'idea di reperibilità continua dell'utente e di gestione "telefonica" della propria socialità), la suoneria polifonica risponde agli stessi identici motivi profondi, come identico è il meccanismo di “customizzazione” attraverso la musica. Solo che lì era DIY e un po’ piratesco (io ai tempi mi feci un outgoing message bellissimo tagliando Ride On Time dei Black Box e Block Rockin’ Beats dei Chemical Brothers), mentre qui c'è una fiorente industria ad alimentarlo. Per non dire della facilità di abusarne: tipo quando chiamavi uno e ti toccava ascoltare due minuti di, chessò, Meat Puppets prima di poter lasciare il messaggio (ed erano i tempi dei telefoni pubblici a scheda: immaginate uno che chiamava da un’altra città in teleselezione con la scheda agli sgoccioli). Purtroppo - a differenza delle suonerie - nè Billboard nè Music & Media hanno mai redatto una classifica delle canzoni più usate nelle segreterie telefoniche. Peccato davvero.

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Credo che il termine tecnico sia “serendipità”
Sono ogni giorno che passa più affascinato da come cercando in rete informazioni sull’argomento A si finisca quasi sempre per scoprire qualcosa (che non si sapeva di non sapere) sull’argomento B.
Oggi ad esempio ho scoperto che Steven Soderbergh agli inizi-inizi-inizi della sua carriera aveva diretto il vhs (all’epoca i dvd non esistevano ancora, Loserino) di 9012 Live: The Solos degli Yes...

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Friday, January 20, 2006

Due piatti è rock; un piatto solo è Lenco
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Per puro hornbistico amore di catalogazione (ed anche perché dovevo comunque trascriverla per l'archivio storico), appena tornato a casa, senza neanche togliermi le scarpe, ecco la scaletta del Piatto Solo di cui stasera sono stato special guest. “Un Piatto Solo” è tutti i giovedì dalle 20.00 fino più o meno all’una e mezza allo Yar di via Mercalli a Milano, e si chiama così perchè - esatto - perchè c'è un piatto solo, cioè si suona un disco, poi c'è la pausa e poi c'è un altro disco. E quando sul piatto c'è Blister In The Sun dei Violent Femmes in genere metà del locale la canta in coro (probabilmente è l'unico posto in tutta Europa in cui succede). E da ieri il piatto solo è un favoloso Lenco 78 che - come vi confermerà qualunque studioso di hi-fi - è il "padre" spirituale e non solo dei Technics 1200.
Vabbè, qui di seguito la mia parte di scaletta, mentre qui con calma, nei giorni prossimi, la tracklist completa anche dell'apertura di Dj Cifra e del seconda serata drunk set di Franz...

S.O.S. BAND, Just Be Good To Me (CBS, 1983)
SANTA ESMERALDA, Hey, Gyp! (Philips, 1977)
DURAN DURAN, Skin Trade (Stretch Mix, Larry Levan re-edit) (EMI, 1986)
GAZNEVADA, I.C. Love Affair (Munk edit) (Italian Records, 2005)
INSTANT FUNK, I Got My Mind Made Up (Salsoul, 1978)
GRANDMASTER FLASH & THE FURIOUS FIVE, The Message (Sugarhill, 1979)
SELECTAH, Wede Man (Athletico, 1997)
GREG KHIN BAND, Jepardy (Dance mix) (Barclay, 1983)
FOREMOST POETS, Open Season (Junior, 2002)
ALABAMA 3, Devil Went Down To Ibiza (Lol Hammond mix) (white, 2002)
CHRIS & COSEY, October (Love Song) (CTI, 1983)
CHICAGO, I’m a Man (CBS, 1969)
VINCE MONTANA JR., Nice’n’Nasty (Green Light, 1976)
DWARF PUNK, Da Phunk (The Punk) (La Touchè, 2003)
BLOOD SISTERS, Ring My Bell (Soul Jazz, 2003 reprint)
GORILLAZ, Dirty Harry (instrumental) (EMI, 2005)
GORILLAZ, Dirty Harry (a cappella) (EMI, 2005)
THE FATBACK BAND, (Are You Ready) Do The Bus Stop (Event, 1975)
CHIC, Chic Cheer (Electric Chair, 2000 reprint)
MACHO, I’m a Man (Prelude, 1978)
JOY DIVISION, Transmission (Factory, 1980)

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Thursday, January 19, 2006

Tom waits for no one
Ok, pare che Tom Waits abbia vinto la causa di plagio intentata mesi fa contro la Audi.
All’epoca tutti quanti la si era presa un po’ come una questione più folcloristica che forense, ma il fatto che si possa definire un copyright sullo stile oltre che su una sequenza di note è abbastanza interessante oltre che - credo - innovativo (infatti non a caso nella documentazione si parla di moral rights). Ho però come l’impressione che nel verdetto finale abbia contato il fatto che in un primo tempo Audi abbia chiesto a Waits l’autorizzazione all’utilizzo di un suo pezzo, e che dopo il rifiuto abbia comunque deciso di realizzarne un “tarocco”...

Qui il riassunto di tutta la faccenda ed anche il filmato dello spot incriminato.

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«Per me la confezione da venti, grazie»
Eternal Sunshine of the Spotless Mind sta per diventare una meravigliosa realtà.

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Tuesday, January 17, 2006

Decks and the city
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L'autorevole New York Magazine ha detto che sembra «the bastard love child of Candace Bushnell and Nick Hornby», e non era un complimento. In effetti a vedere il trailer sembra un po' Ally McBeal meets La Famiglia Partidge, però poi chissà. (vi ricordo che io sono quello che dopo il primo episodio di Sex and the City disse: «a chi volete che interessi una serie su quattro zitelle paranoiche?»). Comunque: debutta stasera sulla CBS Love Monkey,il primo serial dove ad essere protagonisti sono A&R, discografici e band prive di contratto. Qui una breve anticipazione che, a dire il vero, fa abbastanza ridere.

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Taci, overheard ti ascolta
Nessuno, mai, in nessun luogo è al sicuro dagli emissari del solito sito che origlia le conversazioni dei newyorkesi...
Stewardess: «The plane is about to land. Please everyone turn off your iPods.»
Man: Why does she just assume we all have iPods?
Lady: It's New York. Even the people asking for money have iPods.

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“Una nuova cuccia per Seppia: 150 euro”
Non so voi, ma io erano anni che bruciavo dalla curiosità di sapere a quanto ammontassero i leggendari “contributi statali” di cui beneficia la rivista Il Mucchio Selvaggio (e dei quali soltanto i lettori del forum del Mucchio medesimo sembravano ignorare l’esistenza). Lo dico senza la minima malizia: se esiste una legge che prevede l’accesso a certi finanziamenti è cosa ottima servirsene, ci mancherebbe altro. Capirete però che - di fronte a una politica editoriale basata sul piangere settimanalmente mensilmente miseria - a uno un po’ di curiosità viene, e vi assicuro che in certi ambienti quello dei “conti in tasca al Mucchio” è da sempre uno degli argomenti di conversazione più vivaci, in grado di risollevare anche la più tetra delle riunioni redazionali.

Insomma, oggi viene fuori che per spegnere la curiosità sarebbe bastato fare un giro sull’apposito sito. L’ha fatto Beppe Grillo (si, leggo il blog di Beppe Grillo, e leggo anche Pitchfork se proprio volete saperlo, ma solo una volta alla settimana, lo giuro), e il risultato - rullo di tamburi - è che per l’anno 2003 la rivista Il Mucchio Selvaggio ha percepito 516.456,90 euro.
Ossia circa 43.000 euro al mese. Ossia circa 10.750 euro a numero (all’epoca era settimanale).
Poco? tanto? adesso mi metto a fare due conti (costo della carta x oneri tipografici x affitto della redazione etc etc etc) e domani ve lo dico. Intanto qui c’è il documento ufficiale.

Ma volete la vera notizia? Eccola: Jam che zitto zitto nel 2003 si è portato a casa un bel 214.196,15 euro...

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Monday, January 16, 2006

Molto interessante anche l’intervista al candidato senatore del Minnesota, Al Franken
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Spicca, sul numero di febbraio di Playboy (edizione USA, credo quella italiana non esca più da secoli), una feature sulle “women of Tuscany” (donne della Toscana). Forse fatta utilizzando il know-how logistico de Il Vernacoliere.

O forse purtroppo no. «Explore the lush hills and fertile valleys of Tuscany while becoming acquainted with these picturesque "belle donne".» ("becoming acquainted" non mi sembra lo stile da Vernacoliere. Loro avrebbero detto «look at all those very much* rats» senza perdersi nelle fertili valli. * laddove "very much" sta per "dimolto")

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La vita segreta dei grandi magazzini
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Ma è uscito adesso o sono io che me l'ero perso? Uno caso più unico che raro di video hip-hop senza tetteculidentidorosuvcrackjacuzzi. E che invece pare una via di mezzo tra Big, Pomi d'Ottone e Manici di Scopa e una pubblicità dell'Ikea. Lo ha girato Michel Gondry per Heard 'Em Say di Kanye West.

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Sunday, January 15, 2006

Mogwai: il perché di un fascino
Non ho mai completamente capito cosa ci sia di così incredibilmente irrinunciabile nell’elusivo plasmatronico muro del suono dei Mogwai, ma mi rendo conto che è un problema mio. Mi rendo anche conto che il loro è uno di quei casi in cui essere chitarristi aiuta parecchio in termini di esserne affascinati (attualmente dal vivo la line-up comprende cinque chitarristi, ciascuno dei quali con 12 pedali di effetti ai suoi piedi). Io - che a parità di laterizi sonici potendo scegliere opterei invece per My Bloody Valentine o Lightning Bolt - ciononostante nel corso degli anni ho comprato un bel po’ di loro dischi, e non mi sono nemmeno fatto mancare un paio di concerti (oltre ad averne involontariamente fatto una specie di tormentone ai tempi della radio: a riprova, sulla copertina interna di No Education = No Future (Fuck the Curfew) uno di loro vestiva la maglietta di Suoni & Ultrasuoni...). Tutto questo per dire che sul Guardian di oggi Kitty Empire prova a spiegare il perché del fascino dei Mogwai:

«Being bathed in a wash of deafening guitar noise is lovely. It makes you feel both dirty and clean, alive and tingling, and slightly stunned.»

A vederli al concerto di Londra la settimana scorsa pare ci fossero anche Gwen Stefani e il suo fidanzato (UPDATE: a quanto pare c’era pure Jukka!), e pare che il loro nuovo manager sia un certo Alan McGee.

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Saturday, January 14, 2006

Riposizionamento copernicano, I presume
Vista un secondo fa su Mtv (si guardo Mtv all’una di notte del venerdì sera, ho avuto una giornata infernale, lasciatemi abbruttirmi come più mi pare, grazie), vista un secondo fa su Mtv, dicevo, una ben bizzarra pubblicità di Novella 2000 che - dovendo giudicare solo dallo spot, se uno non sapesse di cosa stiamo parlando - poteva sembra una specie di Top Girl. Per dire: questa settimana pare ci sia in regalo un cd con «le hit dance del Paapeete».

Dopodichè a Brand New c’era Populous che parlava di quando Morr dell’omonima Records lo porta fuori a cena a Berlino.

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Friday, January 13, 2006

«Why do you come here? And why, why do you hang around?»
Se siete dei fan di Morrissey dotati di sense of humour andato subito in fondo alla nuova playlist appena caricata sulla blogradio qui a destra (il disco da cui è tratto il pezzo dovrebbe uscire tra una decina di giorni). Se siete dei fan di Morrissey non dotati di sense of humour... beh, ho come la sensazione che vi sfuggirà la raffinata sfida intellettuale del far coesistere a pochi skip di distanza Paninaro dei Pet Shop Boys, un remix krauto-tamarro (ma misteriosamente efficace) dei Kaiser Chiefs e uno dei momenti secondo me in assoluto più toccanti del catalogo della K Records.
Come sempre, schiacciando il tasto pop-up la blogradio si trasforma in una specie di amichevole widget che vi suona la musica mentre voi potete lasciare questa pagina e andare a farvi gli affari vostri in giro per la rete (oh, ma poi tornate, eh?).

UPDATE: quasi me ne dimenticavo, ma da un paio di giorni c'è anche una nuova puntata di Conversation Intercom pronta per essere scaricata.

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Thursday, January 12, 2006

What? no Subsonica? no Perturbazione? no Deaf Ears?
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«Rockers The Donnas have shot a promotional music video for the 2006 Torino Olympic Winter Games in Italy. The piece, available at OffThePodium.com, features the band performing while members of the women's US snowboarding team glides over them.» (via Contactmusic)

(Ora: ok l'appeal con gli sponsor, il profilo internazionale e blah blah blah. Ma adesso pensate per un attimo seriamente agli Statuto, a cosa avrebbero potuto tirarci fuori: «abbiamo vinto le olimpiadi/sulla neve», «sciaa-toore ultrà», «lo sciatoore, del ghetto/schiavo di metropoli»...)

UPDATE: «A composition by DJ/producer Richie Hawtin and Italian choreographer Enzo Cosimi will be musical background for a Cosimi-led dance performance during the opening ceremonies of the upcoming Winter Games in Torino, Italy.» (via Coolfer)

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Wednesday, January 11, 2006

The Dolcenera effect
«Sales of The Ordinary Boys' album have increased tenfold since Preston entered the "Celebrity Big Brother" house» segnalava ieri NME, che sul numero in edicola oggi pare si dilunghi sulla presenza di Preston e del rapper Maggot all'interno dello show come fosse un Chi o un Diva & Donna qualsiasi. (Ok ok, lo so che i tempi della superiorità culturale degli organi di stampa indie sono finiti da un pezzo, era solo per dire).

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In fondo cos'è l'iPod se non un mangiadischi digitale?
Mentre le multinazionali - nel nome di una non meglio chiarita presunzione di colpevolezza dell'utente - fanno tutto ciò che possono per rendere difficile l'utilizzo dei cd regolarmente aquistati (non mi dilungo, le avete sicuramente lette pure voi le notizie dell'ultimo mese sui sistemi di protezione dei cd Sony che in realtà aprivano falle nei computer in cui venivano inseriti), nei ranghi più bassi della discografia si è capito che, nell'epoca dell'iPod diffuso, impedire alla gente di trasformare i propri dischi preferiti in files mp3 non è esattamente una cosa molto furba:

«There's a new trend underway among indie labels, dubbed "digital vinyl": offering free MP3 downloads for customers who buy albums on vinyl. First Merge Records offered free downloads to those who bought vinyl releases by Clientele and Robert Pollard. Now Saddle Creek Records has announced that they will be doing the same thing for their customers who prefer vinyl, starting with What the Toll Tells, the new record by Two Gallants due in February.»

Quindi: compri un vinile e ti regalano il corrispettivo mp3. Apparentemente è per agevolare quelli che possiedono un giradischi ed un iPod (giustissimo: rippare i vinili in mp3 è una delle operazioni più noiose del mondo). Non è bellissimo, una volta tanto, essere davvero trattati come clienti adulti che pagano e non come potenziali punkabbestia del P2P?

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Monday, January 09, 2006

Il dado sarà tratto
Pur nel rammarico di non vedere in elenco anche il capoluogo lombardo, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Black Dice
04 aprile 2006. Torino @ Spazio 211
05 aprile 2006. Roma @ Circolo degli Artisti
06 aprile 2006. Bari @ Zenzero
07 aprile 2006. Bologna @ Covo

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Ho sognato un mondo in cui chi traduceva i libri conosceva la materia che stava traducendo (almeno i titoli)
Poi mi sono svegliato, e a pagina 61 dell'antipatico saggio di cui si diceva giorni fa (e che rimane antipatico, ma come già visto contiene anche occasionali oasi di genialità, come la lunga disamina sulla nozione di "celebrità" a pagina 210/216) ho letto la seguente perla: «(...) Se la televisione non avesse trasmesso "Little Johnny Jewel" nel 1975 e noi non l'avessimo sentito solo nel 2000, sarebbe stato comunque un pezzo musicale inquietante... (etc etc etc)».
Ora: non ho sottomano l'originale, e mi voglio ancora illudere che Morley abbia effettivamente scritto Television minuscolo ed abbia deliberatamente inteso creare un gioco di parole tra "televisione" e i Televison. Ma conosco il mondo ed ho esperienza della vita, e dunque temo di no.

(Qui Little Johnny Jewel)

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Saturday, January 07, 2006

Padri e figli (per così dire)
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È un mese che il promo di Tiga mi gira per casa, e giuro che (nonostante la venerazione di vecchia data per Brian Ferry) non me n'ero accorto. Se ne sono accorti invece quelli di Vogue Italia, che sul numero di gennaio pubblicano anche una foto di Tiga a letto che legge la Gazzetta Dello Sport...

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Thursday, January 05, 2006

You may ask yourself, where have all the vocals gone?
Fluxblog mette online Right Start, la curiosa versione demo strumentale di Once In a Lifetime dei Talking Heads contenuta nel recente cofanetto del trentennale.

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Tuesday, January 03, 2006

The Young Punx do not endorse the actual destruction of any crap celebrities (except the Crazy Frog)
Un remake di Destroy Rock'n'Roll di Mylo (che - lasciatemi fare il mio mestiere di vecchiazza fino in fondo - a sua volta campionava una vecchia traccia "parlata" dei Negativland, già campionata ai tempi da Fatboy Slim in Michael Jackson), dove però al posto dei dinosauri del rock venogono enumerate le celebrità da tabloid inglesi. La scoperta dell'acqua calda, certo, ma specie il video è piuttosto divertente (almeno la prima volta). Lo firmano tali The Young Punx, e già che ci siete buttate un orecchio anche al Laurent Konrad mix del loro nuovo singolo Young And Beautiful, che non è male.

UPDATE: vagamente OT, ma magari a qualcuno appassionato di questioni di copyright interessa la lunga storia (che pure io fino a cinque minuti fa ignoravo) legata all'appropriazione da parte di Fatboy Slim del sample dei Negativland che anche Mylo ha usato. La trovate qui.

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Is Blogradio the new mixtape?
Dopo la apprezzata collezione natalizia, ecco - nell’apposito spazio sulla colonna di destra - il primo nastrone del 2006. Io continuo a vedere Blogradio come un meraviglioso succedaneo web dell’antica nozione di mixtape (magari sono l’unico a pensarla così: non mi pare che il formato blogradio abbia avuto ‘sto grande successo nel suo anno e mezzo di vita...). Comunque: tra le selezioni della settimana, una anticipazione dal nuovo Prefuse 73, uno strepitoso Juan MacLean remix dei Chicken Lips e la ormai nota versione di Love Will Tear Us Apart ad opera di José Gonzalez, il Devendra Banhart che non è (ancora) diventato uncool dire che ti piace (e che domenica prossima sarà ospite a Top Of The Pops sulla BBC, a sentire quel che dice il suo sito). Al cui proposito: sicuramente già qualcuno l’avrà segnalato, ma qui c’è il notevole video di Stay In The Shade.

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Sunday, January 01, 2006

Prima di cominciare a ricevere mail anonime con richieste di denaro in cambio del silenzio ve lo dico io: ho suonato “Love Generation”
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Per chi fosse arrivato or ora da Marte, Love Generation è il pezzo also known as “il fischietto”, o “il fischietto reggae”, o “Christian De Sica”, o anche “Natale a Miami”. Se siete dj o gestori d’impianti stereo all’interno di pubblici esercizi è probabile che lo conosciate anche come: «che, me metti Tim?», o come: «che, me metti fiffiriffiffì?». Non cerco nemmeno di giustificarmi dicendo «era un esperimento sociologico» (anche se sì, era un esperimento sociologico. Purtroppo sono uno snob di merda che non frequenta i locali dove abitualmente si suona il fischietto, e volevo vedere che effetto faceva, volevo avere anch’io il mio angolo di Billionaire sotto casa). E poi si sa che il crimine non sta mai nel suonare un pezzo brutto: sta nell’intenzione criminosa direbbe un avvocato, sta nell’avere quel pezzo in valigia. Suonarlo è solo un gesto meccanico, alla fine.

Comunque non era di questo che volevo raccontarvi. Quello di cui volevo parlarvi era Hung Up, il pezzo di Madonna, e lo so che è un argomento sooo last year (men che mai oggi), ma il fatto è che nel breve spazio della settimana tra Natale e Capodanno ho testimoniato tante e tali scene di paese reale impazzito per il pezzo in questione che non potevo tacere oltre. Perché ok interpretare i fenomeni con la chiave di lettura delle pippe mentali (ad esempio il noiosissimo tomo di Paul Morley che stavo provando a leggere i giorni scorsi, 410 pagine di fuffa fintamente simpatica per spiegare Can’t Get You Out Of My Head di Kylie Minogue ad un lettore che si presume non abbia mai visto Mtv in vita sua. Anche se poi qualche perla la si trova pure qui, tipo: «C’è qualcosa di astratto e di matematico in tutto questo, nel modo in cui il fascino della canzone si moltiplica per il modo in cui le varie parti si collegano tra loro, e il modo in cui ogni parte rende l’altra migliore per il modo in cui sono state accostate»), vada per l’autostimolazione intellettuale dicevamo, però ci sono scene che un conto è immaginarsele, ed un altro è vederle succedere davanti ai propri occhi.

Ad esempio: ho visto gente abbandonare il bancone del bar e fiondarsi sul dancefloor appena riconosceva le note di piffero, di cornamusa, di ciaramella, di quel cazzo che è lo strumento usato dagli Abba nel pezzo originale che Hung Up campiona. Ho visto una campionessa di lotta libera trentacinquenne vestita come Miriana di “Non è la Rai” ai tempi d’oro ballare il bridge di sequencer che sembra Blue Monday dei New Order con quella stessa convinzione ed estatica certezza di essere in quel momento il centro stesso dell’universo con cui l’avrebbe ballato Miriana di “Non è la Rai” ai tempi d’oro. Ho visto persone colpire l’aria con i pugni sul passaggio «Time goes slowly for those who wait/no time to hesitate» come non ne vedevo dai tempi in cui ballare Don’t You Forget About Me dei Simple Minds coi pugni per aria era la norma del sabato pomeriggio. Ho visto un dj noto per essere far i più arcingni e meno user-friendly del pianeta terra suonarla una volta, mixarla con la versione dub, quindi risuonarla un’altra volta daccapo con la gente che alla fine gli diceva «ancora, ancora una volta!» (ed io ero uno di loro). Ho ballato Hung Up, ed è stato l’unico pezzo che ho ballato in tutto il 2005, perché - si sa - i duri non ballano. Ho visto un dj lasciarmi i piatti su Hang Up in un posto mediamente underground del Nord Italia, alle tre meno un quarto la sera della viglia di Natale, e il pubblico che pure sembrava non volere altro che lacche della Ed Banger e remix dei Juan MacLean è impazzito come mai aveva fatto né più avrebbe fatto in tutta la notte (ed io, ditemi bravo, ne sono uscito elegantemente con Mothership Reconnection di Scott Grooves, Daft Punk remix, grande repechage delle vacanze di Natale). Ho visto un gruppo di mie coetanee «provare le coreografie del video» nella camera da letto di una di loro, il pomeriggio del 25, e poi lamentarsi la sera perché la simil-Miriana di “Non è la Rai” di cui sopra era più brava di loro. Ho visto le medesime coetanee una settimana più tardi e mi hanno detto «è tutta la settimana che proviamo, stasera ce la suoni?». Ho visto gente che ha in casa l’intera discografia (vinile e cd) dei Tangerine Dream ballare Hang Up come non avesse mai fatto altro nella vita, e lì per un attimo ho pensato che forse pure a Losing My Badge potrebbero suonare Hung Up e la gente sarebbe felice e contenta e ballerebbe percotendo la spessa aria del Covo coi pugni chiusi.

Poi, quando l’intelletto autoerotomane riprende il sopravvento mi viene da pensare che la ragione di un tale successo è solo e solamente da ricercarsi nel fatto che «Hang Up, come tutte le migliori canzoni degli ultimi anni, quelle che non sono nemmeno più canzoni ma piccoli buchi neri che mettono in comunicazione il passato con il futuro, affascina per la straordinaria sintonia con l’atto di ballarla, perché regala una percezione del presente come un irrilevante incidente tra quanto è già stato e quanto deve ancora essere» (non l’ha scritto Paul Morley, l’ho scritto io: come vedete non è così difficile).

E comunque dovevate vedere come ballavano tutti quanti, ieri sera, quando verso le sei di mattina gli ho messo Gimme, Gimme, Gimme degli Abba.

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