"Così Tanto Amore Da Dare": in giro per Londra alla ricerca di Dj Falcon
 

di: Fabio De Luca




Questa storia ha inizio un venerdì sera attorno alle 19 ora italiana. A quell’ora, ogni venerdì su BBC Radio1, comincia quello che è il programma radiofonico "dance" più influente del pianeta terra (e probabilmente anche il più seguito: per chi non ha il satellite vale ancheinternet), "The Essential Selection" condotto da Pete Tong. Su The Essential Selection passano i dischi destinati a diventare successi "di qualità": solo che passano con mesi di anticipo rispetto alla loro uscita ufficiale, e spesso con settimane di anticipo anche rispetto ai "promo" messi in circolazione dalle case discografiche. Per questo un po’ tutti quelli che lavorano nella dance - anche quelli che dicono "lo show di Pete Tong mi fa cagare" - ascoltano The Essential Selection e annotano meticolosamente le tracce andate in onda (la tracklist è disponibile in tempo reale sul sito). Comunque: un venerdì dello scorso ottobre The Essential Selection apre le danze con un pezzo di quelli che fanno subito drizzare le orecchie. Un mantra, un puro tormentone, roba da tirare in ballo Philip Glass e i minimalisti storici: una voce (sembra quasi il buon vecchio Steve Winwood dei Traffic) che ripete all’infinito - ma non per modo di dire, realmente all’infinito... - la frase melodica "I’ve got so much love to give", mentre filtri e filtrini entrano ed escono, tagliano frequenze, enfatizzano bassi e snocciolano insomma tutto il repertorio al gran completo dei trucchetti da pezzo dance paraculo. E’ ovvio sin dal primo istante che quel disco è geniale nella sua trogloditica semplicità. E ci vuole veramente un attimo, non serve nemmeno aspettare l’aggiornamento della tracklist sul sito, per capire che quello è il nuovo singolo di Thomas Bangalter (Daft Punk) e Dj Falcon di cui si mormorava da tempo l’esistenza.

Ecco: è in momenti come questo che la differenza tra un dj ed un normale essere umano diviene evidente. Perchè un normale essere umano si accontenterebbe di aver sentito il pezzo, arriverebbe al limite a citarlo come curiosità nelle chiacchiere tra trainspotters ("hey, ho sentito il nuovo singolo di Thomas Bangalter!"), magari avrebbe anche il buon senso di ragionare sul fatto che - al di là dell’innegabile impatto iniziale - il pezzo, diciamocelo, è ben poca cosa... Il dj invece no. Il dj quel pezzo vuole possederlo subito. E non per smania di completismo o per essere più figo dei suoi colleghi dj: o meglio, anche per queste (peraltro nobilissime, specie la seconda) ragioni. Ma soprattutto perchè un dj non resiste all’idea che ci sia in giro un pezzo-bomba come So Much Love To Give e che lui - solo perchè un destino cinico e baro non gliene ha ancora fatto incontrare una copia sulla sua strada - non possa suonarlo la sera stessa. I dj sono gente strana: gente che ha per davvero la casa piena di dischi fin dentro la vasca da bagno, come nelle barzellette sui dj, e in molto casi sono dischi anche più belli e più efficaci di So Much Love To Give. Eppure, quando sente un pezzo come quello, nella mente del dj si diffonde istantanea la convinzione che tutti i dischi presenti a casa sua e nelle sue valigie non potrebbero neanche lontanamente eguagliare l’effetto che avrebbe - in pista - quell’unico disco nuovo non ancora in suo possesso... E più un disco è raro più la febbre del dj sale (la banale matematica del desiderio e della domanda/offerta funziona qui come in qualunque altra area del mercato). In questo So Much Love To Give è perfetta. Perchè adesso che il 12" è da poco meno di un mese in (quasi) tutti i negozi la cosa è fin troppo facile: ma all’epoca del suo debutto su The Essential Selection la leggenda voleva che ce ne fossero in circolazione soltanto trenta copie numerate e autografate con l’UniPosca dorato (e destinate alla solita compagnia di giro degli amichetti: Fatboy Slim, Carl Cox, Paul Oakenfold etc etc etc). È questo il genere di cose che fa impazzire un dj. E non gli basta la consolazione di poterne quasi certamente recuperare una registrazione in uno dei molti siti peer-to-peer nati sull’onda lunga di Napster e Gnutella che i più scafatelli certo conoscono. Anche noi ci abbiamo provato, ovviamente, attorno ai primi di novembre: So Much Love To Give in effetti la si trovava pure con una certa facilità. Ma era ovvio che la versione circolante in rete era semplicemente la registrazione (per di più malamente editata) di quella andata in onda su The Essential Selection. E poi - anche al di là della bassa qualità e dinamica della tracce downloadate da internet - che gusto c’è a suonare un tarocco che chiunque potrebbe scaricarsi sul proprio hard-disc? Nessuno, ovviamente. Vuoi mettere con il vinile originale?

Ok, dicono a questo punto i più saggi, in fondo basta aspettare: i bollettini delle uscite riportano che le prime copie in commercio del disco si troveranno attorno alla metà di novembre. Presto, presto: tutti a Londra (con uno dei soliti voli ultra-cheap della Ryan Air) proprio la settimana in cui è annunciata l’uscita. Comincia la via crucis tra i negozi "specializzati", sventolando la propria want-list di fronte a snobissimi commessi che ti faranno inevitabilmente uscire dal negozio con la sensazione che il disco che stavi cercando era in qualche scaffale riservato sotto il bancone, e che "lui non me l’ha voluto dare perchè ha capito che sono italiano e loro ce l’hanno con noi per via dell’eliminazione a Spagna ’82"... E So Much Love To Give ancora non si trova. Anzi, la voce che circola è che per creare ancora più buzz i bastardi della casa discografica abbiano distribuito ulteriori 75 promo fuori commercio ed abbiano rimandato l’uscita alla settimana prima di Natale. Di nuovo a Londra la settimana prima di Natale: "notizie sul singolo di Falcon & Bangalter?". "Nah, l’uscita è spostata ai primi di gennaio, e niente promo fino all’uscita ufficiale". Il che vuol dire che quando il disco arriverà nei negozi specializzati sarà contemporaneamente distribuito anche nelle catene dei megastore tipo Virgin o Hmv, e che probabilmente (orrore!!!) verrà stampato anche su cd. E a quel punto succede una cosa strana. Vedere impilate cinquanta copie del disco che hai cercato disperatamente per due mesi e mezzo ti fa l’effetto del salame di cioccolata alla fine del pranzo di Natale. È sempre salame di cioccolata, ma tu non ne hai più voglia... Troppo facile, adesso. Capaci tutti, così. (E voglia il cielo che nessuno se ne esca con la frase più ferale di tutte, la vera condanna a morte per qualunque diggeietto con ambizioni di nicchia alternativa: "Ehi, hai sentito? Lo suona anche Albertino sul Deejay Time!"). E’ successo mesi fa con Confortably Numb degli Scissor Sisters, con Losing My Edge dei newyorkesi LCD Soundsystem (quando l’import Usa è andato esaurito e la stampa europea non era ancora disponibile), succederà il mese prossimo quando il Fatboy Slim Remix di Eple dei Royksopp - al momento in cui stiamo scrivendo ancora introvabile ed ultra in demand - sarà regolarmente distribuito, e chissà quante altre volte ancora. Basterà che si trovino insieme - nel medesimo spazio-tempo - un dj, un qualsiasi pezzaccio da paura e un disco stampato in un numero sufficientemente insufficiente di copie...

(da: Rumore, febbraio 2003)