Sk8R boi 2005: la musica che gira intorno allo skate
 

di: Fabio De Luca




Skateboard?!? Ci si era quasi scordati della sua esistenza. Lo si era ormai quasi catalogato alla voce "vintage", tra le mode e gli stili di un tempo che fu. Perchè ultimamente non è che se ne vedano moltissimi in azione sui marciapiedi delle nostre città, certo: e perchè l’ultimo revival "intellettuale" degno di nota è quello di metà anni Novanta, quando lo skateboard - insieme al suo cugino più giovane è più cool, lo snowboard - era brevemente (ri)diventato simbolo di un’attitudine "pratica", prima ancora che sportiva, ad affrontare l’esistenza metropolitana. Génération Glisse: generazione "che scivola via" titolava un saggio francese piuttosto di moda allora, che riportava skate e snowboard alla più ampia directory degli "sport estremi" come canyoning, rifting e parapendio, trovandoci una comune radice d’iconoclastia, di ricerca dei propri limiti - aerodinamici e non solo - e di rifiuto delle convenzioni sociali. Il "sono qui, ma tra un secondo sarò già lontano" proprio di chi ha un piede sulla tavola funzionava - in quel momento di grande crossover generalizzato - come metafora perfetta per rappresentare l’attitudine all’attraversamento delle culture, degli stili, al tagliare in diagonale piuttosto che seguire i percorsi codificati. Erano anche i primi tempi di internet diffuso, e visto che il navigatore veniva romanticamente detto surfer (c’entrava ovviamente la fascinazione per i primi romanzi di William Gibson) era questione di un attimo tirare dentro anche gli skater nel disegno di una nuova figura urbana di "hacker controculturale", aiutati in questo anche da una naturale propensione dello skateboard a rappresentarsi come "contro la legge": skateboarding is not a crime recitava (ironicamente) uno degli adesivi più in voga già dagli anni Ottanta...

Già allora nel grande arco costituzionale dei generi musicali lo skate era considerato vicino al punk-metal, mentre lo snowboard alla techno ed al breakbeat. (E il surf? il surf è roba da vecchi fans dei Beach Boys, ovviamente: anche se i surfer più giovani e spericolati li immaginiamo caricarsi ascoltando qualche vecchio disco dei Dead Kennedys). Oggi invece è un bel problema, considerando che il più recente ed esplicito richiamo allo skate è stato quello in Sk8er Boi di Avril Lavigne, un folle feuilleton adolescenziale in cui A) lui è uno skater brufoloso, lei è la bella della scuola, lei rifiuta lui perchè "he wasn’t good enough for her"; B) cinque anni dopo lui diventa una star di Mtv, lei è una ragazza-madre precocemente invecchiata che lo vede in televisione; C) la ex-bella della scuola si ripresenta speranzosa allo skater, ma trova sulla sua strada Avril Lavigne (la ex-brutta della scuola, si intuisce) che le dice "hai perso la tua occasione, non vedi che io e lo sk8er boi siamo più che amici adesso?". (Siete pregati di notare la finezza di quello strategico "più che amici", quasi che "stiamo insieme, facciamo sesso" fosse una frase irrapresentabile, impronunciabile su una Mtv USA più ecumenica e papaboyficata che mai. E questo già la dice lunga, più lunga di centomila saggi targati Il Mulino, sui mutati costumi dell’adolescenza degli anni Duemila. O almeno sulla rappresentazione della stessa fornita da Mtv USA).

Ma si diceva di musica e skate: alle origini - prendendo come origini gli anni Ottanta, anche se all’epoca lo skateboard come oggetto aveva già vent’anni di vita - la continuità tra punk e skate era naturale, inevitabile. Intanto per ragioni geografiche: tutti e due, punk e skate, avevano una grossa comunità di riferimento a Orange County (prima che Orange County fosse semplicemente O.C.). Con il risultato che i punti di congruenza tra le due comunità sono sempre stati parecchi: ad esempio Pushead dei Septic Death firmava la rubrica di recensioni musicali sulla famosissima fanzine skate Trasher; il fratello di Mike Muir (dei Suicidal Tendencies) gestiva un famosissimo negozio di skate a Venice, "Dog Town"... Anni dopo saranno addirittura i Sonic Youth a rendere omaggio alla comunità skate riprendendo le evoluzioni due "pro" della tavola a rotelle come Guy Mariano e Jason Danforth nel video di 100%.

Poi lo skate, come il punk, da sottocultura è diventato moda, stile, posa più che scelta di vita. E l’abbigliamento ad esso collegato (nel frattempo erano proliferati i marchi dedicati: Quicksilver, Vision, Gotcha, Poizone, Slam City Skate, Life’s A Beach...) è diventato il vero cuore, anche commerciale, della faccenda. Come nel punk, appunto. Nel 2001 il compito di rappresentarlo è non a caso caduto nelle mani di un blando trio californiano pop/punk/ska/hip-hop chiamato OPM - immaginate un misto di Rancid e Cake - la cui Heaven Is a Halfpipe ("halfpipe" è una delle figure fondamentali dello skate) tentava di giocare la sempreverde carta del drammone adolescenziale: "Se muoio prima di svegliarmi/almeno potrò fare skateboard in paradiso" dice il ritornello. Meteore a parte, il gemellaggio con punk e hardcore - o quel che ne rimane in circolazione - sembra ancora oggi l’unico possibile e credibile. Basta farsi un giro su www.punkadeka.it ad esempio (deka come "deck", cioè tavola), che qui in Italia funziona come cerniera tra le due culture, quella punk e quella skate, recensendo dischi e segnalando concerti. Mentre nel forum di www.skatemap.it ci sono almeno un paio di thread di discussione sempre attivi su quale sia "la musica che ascoltano gli skater". E anche qui punk e hardcore fino alla morte, naturalmente, e coloriti insulti contro la techno. Ma, a sorpresa, anche qualcosa di abbastanza inaspettato: "Aphex Twin spacca!" scrive Butt-Hole Skater da Torino, "ma ancora non ho sentito questo nuovo album... ascoltate la versione di mike patton + dillinger escape plan di "come to daddy"!!! poi mi dite..". Giusto il player è cambiato: dieci anni fa erano i walkman o i riproduttori cd portatili (che però saltavano durante le evoluzioni più coraggiose): oggi a spuntare dai tasconi delle giacche a vento sono - anche lì - le cuffiette bianche degli iPod.

(da: Hot, maggio 2005)

[stills are taken from Sonic Youth’s 100% videoclip, directed by Tamra Davis and Spike Jonze]