Arcade Fire: sette musicisti, tre funerali e un matrimonio
 

di: Fabio De Luca




Uno legge il titolo, Funeral, e si predispone al peggio. A maggior ragione dopo aver saputo che il titolo è tristemente autobiografico: nel senso che durante la registrazione del disco che porta il luttuoso nome, svariati membri della band hanno effettivamente subito delle morti in famiglia. Tre in tutto: statisticamente un numero piuttosto alto, anche per una band di sette elementi come gli Arcade Fire. Ma come nella vita reale anche nella sala prove degli Arcade Fire alla fine è la speranza a trionfare, e il quarto evento che segna la registrazione di Funeral è un matrimonio: quello tra due dei sette membri degli Arcade Fire stessi, Win Butler e Règine Chassagne. Sarebbe fin troppo facile a questo punto fare dell’ironia e parlare di "tre funerali e un matrimonio". Tanto più che un altro dei sette Arcade, Richard Reed Parry, raggiunto telefonicamente qualche settimana fa nella sua casa di Montreal, non sembra esattamente entusiasta del gioco di parole: "credo sia la milionesima volta che sento fare questa battuta", dice.

Disappunto comprensibile, visto che negli ultimi mesi la principale attivitˆ di Richard e degli altri Arcade Fire è stata fare concerti in qualunque angolo del mondo e spiegare e rispiegare a giornalisti delle più svariate nazionalità il perchè di un titolo come Funeral. "Tutti ci dicono che siamo famosi" dice Richard commentando il fatto che gli Arcade Fire sono finiti pure sulla copertina dell’edizione canadese di Time Magazine: "ed è un paradosso, perchè in realtà qui a Montreal sono molte più le persone che non ci conoscono di quelli che ci conoscono". Da zero a cento in poco più di sei mesi: lo scorso settembre gli Arcade Fire non li conosceva davvero nessuno, poi la pubblicazione di Funeral per una piccola etichetta, il tam-tam dell’autorevole webzine "indie" pitchforkmedia.com e di tutta la galassia transnazionale dei blog, quindi il lancio grazie all’etichetta inglese Rough Trade. Ed ecco che la loro poetica - dolorosa pur senza essere depressiva ("il distinguo è fondamentale!" puntualizza Richard) - diventa argomento del giorno, mentre il loro folk-psycho-disco-rock cupo e malinconico affascina e strappa paragoni con dei Talking Heads saggi e rurali.

"Tempo fa qualcuno ci ha detto che amava il nostro disco perchè mostrava un riscatto dal dolore attraverso la sua accettazione ed integrazione nella vita" aggiunge Richard, ormai rassegnato a parlare per la milionesima volta di quei "funerali" e di come hanno reso la band più unita e più umana. E il matrimonio? "E’ strano. Il fatto che due di noi siano sposati tra loro, oltre al fatto che due di noi sono fratelli, ha creato un’immagine di "grande famiglia" che pare piaccia molto alla gente. Non so perchè, probabilmente è rassicurante. Forse ha a che fare con quell’elemento di sicurezza e conforto che si è abituati a chiedere alla famiglia". Arcade Fire: capaci di immaginare un superamento del dolore e portatori di valori rassicuranti. Perfetti per questi tempi di crisi, insomma.

(da: La Repubblica XL, settembre 2005)