#C copia icona: Thora Birch e il congelamento di Kate Moss
 

di: Fabio De Luca

Icone 2001. Hanno nomi come Rachael Miner, Brad Renfro, Nick Stahl, Audrey Tautou, Gael Garcia Bernal, Julie Durand, Jay Rodan. Sono tutte attrici e attori. Erano tutti, o quasi, dentro uno speciale intitolato "Hollywood Be Damned" su i-D dello scorso giugno (quello con Laetitia Casta in copertina). Sono tutti praticamente sconosciuti al di fuori dei circuiti cinematografici più off (Bernal, ad esempio, lo si è visto in Amores Perro). Hanno un certo "maledettismo" che non passa mai di moda, corpi esili, facce tutt’altro che indimenticabili. Sono, se vi va un paragone con il campo musicale, l’equivalente di quello che potrebbero essere B.L.I.M. o Maximilian Hecker: sigle emergenti, "facce nuove", roba da notte fonda su Mtv che però - hai l’impressione - potrebbe esplodere da un momento all’altro. Potrebbe. Il problema però è un altro. Cinque anni fa esatti (Rumore di luglio/agosto 1996), forti del primo Douglas Coupland e della sua definizione di "paralisi opzionale" come patologia generazionale diffusa avevamo avuto gioco facile, a margine di un servizio su Beck appena uscito con Odelay, nel definire Chloe Sevigny icona definitiva di quel passaggio storico. Lo slackerismo da lei incarnato faceva curiosamente sistema con l’ultima coda del trip-hop e la prima fiammata (non ancora intellettuale, come sarebbe stato al giro di boa successivo) del post-rock. E Kids di Larry Clark (sceneggiato da Harmony Korine, boyfriend di Chloe, che proprio da questo film verrà lanciata) con la sua gelida cronaca di dysfunctional white trash (altro che "Arancia Meccanica per la Gap-generation" come diceva la pubblicità) anticipava l’ossessione per l’adolescenza (idealizzata) di tutto il marketing di lì a venire: da Calvin Klein a Mtv passando per 1979 - la loro Anima Mia - degli Smashing Pumpkins.




Ora: cinque anni dopo, forse per un curioso fenomeno di congelamento della storia succede che Chloe Sevigny - ma ancor più di lei un’altra icona nata a margine del brit-pop, Kate Moss - sia ancora percepita come "nuova". Viene il dubbio che qualcosa, da qualche parte, si sia realmente bloccato, oppure che quello snodo *1996* sia in realtà stato più epocale di quello che ci era sembrato. Prendiamo Thora Birch, ex-"nuova Christina Ricci", attualmente l’unica icona di proporzioni holliwoodiane degna di nota. 19 anni, adolescente misfit in American Beauty (è la figlia di Kevin Spacey cui l’amichetta del cuore Mena Suvari sconvolgerà la vita). Il film di prossima uscita destinato a trasformarla definitivamente in icona è la trasposizione cinematografica del fumetto superculto di Daniel Clowes Ghost World. Un dettaglio: le storie di quotidianità disfunzionale raccontate in Ghost World sono state scritte da Clowes tra il 1993 ed il ’95, dunque in piena golden age dello "slackerismo". Torpore, irrisolutezza e nooo-future sono encore une fois i reali mandanti nascosti (vedremo se il maxi-schermo saprà smascherarli). E comunque sarà bellissimo: come fare un salto indietro di cinque anni...

Ma anche senza andare tanto lontano: guardiamo l’ultimo numero della rivista italiana L@bel. Il tema conduttore della issue è "i giardini", e si parla (tra il resto) di cupole geodesiche, campetti da calcio e "botanica visionaria". "Siamo abituati a lavorare sui concetti indagando solo sull’immagine che abbiamo in testa, senza sentire il bisogno di fare esperienza" ammonisce l’editoriale. Pura astrazione, in altre parole: pura metafisica. Il nirvana raggiunto attraverso la comunione ultima con il mondo degli oggetti di consumo, come da lezione di Wallpaper (e del suo direttore-culto Tyler Brulè, altra fantastica icona spezzacuori, divinità assoluta dell’ultimo Salone del Mobile a Milano). Noterete a questo punto come manchi qualcosa, in mezzo, tra tutti questi oggetti e tutta questa metafisica. Non a caso è qui che si gioca la partita, ed è qui che scende in campo l’icona. A noi non resta che accostarci con fiducia, con quel senso di "attesa del trascendente" che non sentivamo dai tempi di prima della Prima Comunione. Appena incrinato da un po’ di cinismo (vd. la straordinaria immagine coordinata dell’ultimo Sonar di Barcellona, con la euro-famiglia felice che si è pisciata nelle braghe...); ma consapevoli che a salvarci tra meno di 971 giorni (www.spidermanhype.com/) arriverà Spider-Man nella sua nuova incarnazione Tobey Maguire. Quella si, un’icona indimenticabile.

(da: Rumore, settembre 2001)